Business online, brevetti e licenze: tendenze e controtendenze

di Ferdinando Cermelli

Pubblicato 27 Gennaio 2009
Aggiornato 12 Febbraio 2018 19:33

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Ci sono cose a questo mondo che evolvono Altre, invece, sembrano cieche dinanzi allo scorrere inesorabile del tempo. Normalmente l'evoluzione ha una causa scatenante e si diffonde nel proprio ambito, tuttavia capita che la causa abbia impatti che prevaricano i normali confini di applicazione e producano cambiamenti più o meno rapidi in molteplici settori.

In questo processo la cosa che più lascia perplessi è come lo stesso messaggio di mercato venga recepito in modo diverso nei diversi ambiti: in modo estremamente rapido, accettato obtorto collo o scivolato via seguendo il motto “ci penserò domani” tanto caro a Scarlett O'Hara ovvero aspettando che “la nottata passi”.

Parlo di come l’innovazione tecnologica intervenga in modo pressante e diretto negli ambienti lavorativi: in questi primi giorni del 2009, basta leggere le stime annuale degli analisti. Ad esempio è coro unanime che quest’anno sarà  devastante per l’editoria e più specificatamente per chi pubblica quotidiani. Da anni l'informazione online ha iniziato ad erodere la mole di pubblico della carta stampata e se negli USA il numero di lettori è stato superato da coloro che si informano usando Internet, nel Vecchio Continente il sorpasso è previsto appunto per quest'anno.

Questo si ripercuote, ma lentamente, nelle politiche editoriali e nel modo di proporre la notizia, nel modo di promuovere le proprie attività  editoriali affiancandole ad altri contenuti.
E mentre è ormai alle porte anche il superamento dell'informazione online rispetto ai canali televisivi, si scatenano gli studi d'Oltre Oceano sugli strumenti tecnologici per acquisire in tempo reale l'informazione indipendentemente dal fornitore, ovvero gli RSS o aggregatori.

Questa battaglia si unisce a quella nei confronti dell'utilizzo di link diretti alle news che invece vengono presentate come proprie e si pone in assoluta controtendenza rispetto alla necessità  di fornire il servizio, e su questo “fare margine“.

C'è invece chi questo lo ha capito perfettamente, ed utilizza la Rete per scavalcare gabelle e gabellieri.
Ne sono un esempio i NIN (Nine Inch Nails), che hanno deciso di rompere con le major discografiche ed hanno rilasciato il loro ultimo album GHOST I-IV attraverso la rete, consentendone il download anche in modalità  gratuita dando inoltre la possibilità  di ottenere differenti formati digitali e poi di poter acquistare diversi formati commerciali, dal vinile al blueray con prezzi che vanno da 5 a 300 euro.
Il risultato è un introito che è stato calcolato in alcuni milioni di euro e senza sganciare un soldo al gabelliere di turno.

Ma i NIN sono andati oltre: il loro album è stato rilasciato con licenza Creative Commons e quindi, a patto di mantenere alcuni aspetti che ne consentano di identificare la paternità  dell'opera, chiunque può manipolare la musica a proprio piacimento per ottenere nuove sonorità  e, perché no, nuovi prodotti.

Sempre in ambito musicale, un altro esempio di album rilasciati secondo la licenza CC è Jamendo che ha recentemente raggiunto quota 10.000 album pubblicati (fonte Wikipedia).

Non resta che evidenziare la controtendenza: lo sapevate che quando vi fate un panino potreste violare un brevetto depositato? Ebbene si! Esiste un brevetto denominato WO/2006/068865 METHOD AND APPARATUS FOR MAKING A SANDWICH su come si prepara un panino.
Non vi dico a chi appartiene il brevetto, potete facilmente scoprirlo utilizzando il link e verificare se quando seguite determinati criteri per spalmare una salsa sulla fetta di pane state violando il copyright e siete quindi sanzionabili.

Il brevetto, per assurdo che possa sembrare, è depositato presso il WIPO (World Intellectual Property Organization), un serissimo ente internazionale e non è dato sapere se chi lo ha redatto (completo di diagramma di flusso) o chi lo ha protocollato siano riusciti a trattenersi dal ridere. Sicuramente sta ridendo John Montagu, IV conte di Sandwich che, pare, lo inventò alla fine del 1700 per poter mangiare senza dover interrompere l'attività  in corso, anche se vengono indicati come inventori (nel 2004) i signori, Kathryn Proper, Henry Ewald e, Paul Simmons.

Credo sia inevitabile tenere presente come si evolvono tecnologie, sistemi e modalità  di interfacciamento con la possibile clientela. Questo processo di innovazione si rivelerà  più o meno costoso in base ai cambiamenti che porterà  con se, ma l'alternativa è un'agonia che potrebbe essere lenta ma il cui esito è già  scritto.