Sviluppo delle energie rinnovabili per il rilancio dell’economia

di Paolo Sebaste

Pubblicato 19 Dicembre 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:42

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Sarà  perché l'ha detto il neo Presidente USA Barack Obama, che immediatamente dopo il Solar Power International 2008 – il maggior evento dedicato all’energia solare negli Stati Uniti – si è dichiarato pronto ad approvare un programma energetico e ambientale innovativo: previsto un investimento annuo di 15 miliardi di dollari per lo sviluppo delle fonti rinnovabili ed efficienza energetica, da cui dovrebbe derivare la creazione di 5 milioni di posti di lavoro nel settore dell'energia pulita.

O sarà  perché l'Agenzia Internazionale dell'energia (AIE) nel proprio rapporto sulle prospettive energetiche mondiali ha previsto per il periodo 2008-2015 un prezzo medio del petrolio di 100 dollari al barile, stimando un picco di 200 dollari nel 2030 a causa dell'offerta insufficiente (con ciò predicendo che il prezzo del petrolio tornerà  presto a volare sui livelli che abbiamo conosciuto agli inizi di quest'anno).

Oppure sarà  che perfino la Cina – che sinora non si è mai dimostrata entusiasta del Protocollo di Kyoto, ma che deve aver fiutato l'affare – ha deciso di lanciarsi nella progettazione di un parco eolico (e non poteva essere altrimenti) da primato mondiale.

Fatto sta che cresce a livello mondiale l'interesse nei confronti della produzione di energia da fonti rinnovabili, ed a farla da padrone, almeno dal punto di vista dell'immagine sono le modalità  di produzione tramite il sistema eolico e fotovoltaico, considerati il modo di produrre energia “pulita” per antonomasia.

In Italia la normativa nazionale sul conto energia ha dato l'impulso decisivo alla produzione di energia da fonti rinnovabili, cui sono seguite anche iniziative regionali di incentivazione, indirizzate soprattutto ad incoraggiare la micro generazione anche da parte delle Pmi.

In pista anche i grandi operatori tradizionali, tra cui l'Enel, che in joint venture con Sharp progetta la realizzazione di impianti fotovoltaici tra cui uno stabilimento di pannelli solari a Catania la cui entrata in produzione sembra fissata a metà  2010 con un investimento complessivo nel progetto di 1,3 miliardi di euro.

L'accresciuto appeal nei confronti delle rinnovabili, soprattutto nel nostro paese, sta cercando di superare non pochi pregiudizi e timori sulle reali potenzialità  di queste metodologie di produzione; soprattutto le piccole e medie imprese, che investono nella micro generazione, avrebbero probabilmente bisogno oltre che di incentivi, anche di organizzarsi con forme di aggregazione che le qualifichi come attori di una certa consistenza, nel mercato dell'energia, in grado di competere con i grandi operatori tradizionali.

E intanto a febbraio, Roma ospiterà  la “Conferenza dell’Industria Solare“, l’appuntamento internazionale riservato agli operatori e aziende che si occupano di energia solare.

Sempre più fredda, invece, l'attenzione nei confronti del nucleare su cui, nonostante gli sforzi del Governo per un futuro rilancio, continuano ad aumentare i profondi dubbi che vengono da più parti avanzati sulla capacità  del nostro paese di tornare a gestire questa forma di energia, soprattutto per lo stoccaggio e trattamento dei rifiuti radioattivi, per il quale non sembra esistere neanche a livello mondiale una soluzione soddisfacente.
Ma del resto, ci chiediamo, non è forse questo il “Paese del Sole”?