Ancora una volta torniamo a parlare di crisi economica, scenari mondiali, produttivi e finanziari, e di possibili soluzioni per arginare i danni e risalire la china.
E ancora una volta lo facciamo alla luce delle riflessioni di un economista esperto, il Prof. Gotti Tedeschi, , ospite della trasmissione Industriando in onda su Telelibertà .
Abbiamo già parlato delle origini del consumismo e della crisi dei mutui americani.
A questo punto, riportiamo le considerazioni del prof. Gotti Tedeschi in risposta alle domande del pubblico, volte a sviscerare il tema Economia: dove andiamo.
Una doverosa premessa – secondo Gotti Tedeschi – è che in Italia fino al ’94/5 il 70% del Prodotto Interno lordo proveniva dallo Stato: tutte le banche erano pubbliche.
Nessun altro Paese era statalista come noi. Il restante 30% era costituito da Pmi.
Perché parliamo del 1994/5? L’Unione Europea, per entrare nell’Euro, stabilisce all’epoca che l’Italia deve ridurre il deficit pubblico al 3%. Ecco che cominciano le vendite e le privatizzazioni. Ma a chi vendere? Agli stranieri no…
E’ in questo momento storico che nascono i grandi imprenditori finanziati dalle banche che hanno finito per togliere forza e liquidità alle Pmi.
Oggi l’Economia è cambiata. si compete con il mondo non più con la Provincia. Per essere competitivi bisogna contare almeno su uno dei seguenti fattori:
- costi bassi
- alta tecnologia
Dal momento che in Italia non si può parlare oggi di “costi bassi” il Ministro Scajola ha deciso di incrementar i finanziamenti per la ricerca destinati alle Pmi (bando i2015)
In 12 anni siamo quindi passati dal concetto di banca pubblica a privata, fino a quello di banca quotata in Borsa. Con deregulation, perciò, spesso si intende questo nuovo sistema “fuori dalle regole precedenti”.
Oggi, a ben guardare, abbiamo una concentrazione di banche inusuale, dovuto al fenomeno delle fusioni, con il 64% delle quote di mercato in mano a 3 grandi gruppi.
La politica purtroppo, forse per abitudine italiana, è ancora un po’ troppo influente?
Oggi si legge ovunque che il Fondo Monetario ha fallito. Ma bisogna riconoscere che un Organo superiore ci vuole, perché le scelte fatte dai vari Stati potrebbero contrapporsi. Quindi?
Ipotesi di soluzione USA:
C’è chi sostiene che gli USA potrebbero riportare la produzione dall’Asia rivalutando il dollaro, in quanto leader al mondo in fatto di tecnologia: ciò riporterebbe occupazione.
Se succedesse, però, la Cina andrebbe in crisi e per recuperare dovrebbe aumentare il potere d’acquisto degli abitanti, così di conseguenza i costi aumenterebbero e non sarebbe più competitiva.
Ipotesi di soluzione EUROPA:
Non si sa ancora quali soluzioni verranno intraprese. Quando i Paesi sono entrati nell’Euro erano tutti competitivi. Di fatto, sarebbe necessario un patto mondiale (Asia, USA, Europa).
La durata stimata della crisi in atto è di almeno 5/7 anni. I Governi hanno dinanzi tre strade per risanare le banche:
- aumentare le tasse
- emettere Titoli di Stato, col rischio che vengano sottoscritti da stranieri che dispongano di liquidità
- stampare carta moneta = inflazione.
Secondo il Prof. Gotti Tedeschi quest’ultima sarebbe l’ipotesi meno gravosa, perché con l’inflazione l’unico bene che aumenterebbe di valore sarebbe la casa, inducendo la popolazione a investirvi, mettendo in atto un circolo virtuoso.