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ICT: fattori critici di successo e tratti distintivi delle Pmi

di Mario Massarotti

Pubblicato 31 Ottobre 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:36

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In una recente indagine che ho condotto su quattro medie imprese abruzzesi, emerge un indice di grande fiducia nelle dotazioni informatiche hardware e software in grado di migliorare i processi produttivi aziendali.

Ogni azienda ha una tradizione e un design strutturale specifico e, in generale, nell’affidarsi a software house puntano molto su alcuni valori fondamentali che diventano gli elementi centrali della stessa pianificazione degli obiettivi di lungo termine:

  • presenza e la competenza di tecnici esterni IT qualificati;
  • applicativi scalabili e di facile impiego;
  • personalizzazione dei prodotti in base alle esigenze di partenza e a quelle legate al trend di espansione strategica;
  • necessità  di rapportarsi adeguatamente al mercato e verso i clienti utilizzando soluzioni che permettono di dialogare meglio in termini di costi;

Entrare nel merito dei meccanismi aziendali grazie alla testimonianza diretta dei responsabili IT e di Project Management, porta a toccare con mano le chiavi di volta della competitività  aziendale che prendono il nome di: fattori critici di successo.

Essi rappresentano le aree per le quali è richiesta, in estrema sintesi, una duplice attenzione:
– il know-how dell’azienda, onde garantire la sua sopravvivenza e la competitività ;
– il proprio costante orientamento alla risoluzione dei problemi tecnici e organizzativi che si presentano nel corso del tempo.

Ambedue sono funzionali all’espansione e ormai non possono più essere gestite con le sole forze umane. Hanno invece bisogno di applicazioni ICT centrate su singole necessità , le cui performance dipendono dalla sensibilità  della dirigenza di svilupparle e ricercarle opportunamente in base alle circostanze e alle previsioni.

In base alle testimonianze raccolte è stato interessante rilevare l’importanza dell’utilizzo del sistema informativo in capo a ogni singola funzione interna, grazie al quale è possibile ottenere una reciproca ed efficiente interdipendenza di risultati tra tutte le divisioni e il conseguimento della qualità  finale dell’offerta.

Per fare qualche esempio:
– la facilitazione del flusso di informazioni da e verso il cliente agevola la programmazione della produzione;
– l’ufficio acquisti che può gestire moduli gestionali sa con precisione quale materie prime trarre in fornitura onde ottimizzare i costi con la stessa resa tecnologica, se non superiore, rispetto alla qualità  del prodotto finito;
– i dati in memoria che riguardano il magazzino consentono di esercitare un efficiente controllo sul tempo di consegna perché comunicano l’entità  delle giacenze oppure la disponibilità  di merce richiesta da più clienti simultaneamente.

La presenza di strumenti ICT adeguati permette oltretutto di difendere le scelte e le attività  significative che sono parallele e interconnesse con tutte le aree aziendali.
Ogni realtà  produttiva possiede un tratto distintivo che giustifica la vision/mission, l’analisi strategica e gli obiettivi.
Sotto questo riguardo ho tratto alcuni dati reali molto interessanti, con i quali sono riuscito a rispondere ad una precisa domanda: c’è una sorta di scala di funzioni all’interno dell’azienda nell’ambito della quale è utile, se non necessario, assicurarne le priorità  attraverso l’ICT?

Stiamo parlando di assets tangibili o anche intangibili, differenziali che rappresentano il cuore e l’intima motivazione dell’attività  industriale, che diventa l’anima descrittiva della qualità  e dell’innovazione del prodotto commerciale, posizionato, visibile e fruibile.

Nel caso della mia analisi sulle quattro realtà  abruzzesi è infatti utile riflettere sui seguenti dati reali:

  • un’azienda che si occupa di rubinetteria elettronica attraverso il sistema informativo punterà  a salvaguardare il proprio centro ricerche interno, indispensabile per studiare soluzioni e design efficaci verso un target sempre più ampio di clienti;
  • un’azienda di automotive internazionalizzata sarà  attenta piuttosto a implementare un impianto tecnologico che agevoli il flusso dei dati di vendita diretta ai partner esteri contenendo al massimo i costi di stoccaggio;
  • un’industria di acque minerali dovrà  concentrare i propri sforzi sul calcolo degli ingenti costi rappresentati dai vuoti di vetro nel corso delle transazioni con i clienti finali;
  • una realtà  produttiva nel settore imballaggi studierà  al meglio come organizzare la comunicazione interna in ordine alla necessità  di formare la rintracciabilità  dei prodotti in legno e di adeguare il core business alle normative internazionali in tema di immunità  microparassitaria dei materiali da consegnare.

Questi sono soltanto alcuni degli esempi possibili e rientrano in una valutazione del tutto personale. Sta di fatto che l’impiego di hardware e software informatici, in ultima istanza rispondono necessariamente non solo all’esigenza dell’impresa di consolidare la propria presenza sul mercato, nazionale e internazionale, ma anche alla necessità  di fronteggiare eventualità  e variabili esogene che influiscono direttamente sul proprio destino.