Permission Marketing: eticamente corretto?

di Fabrizio Scatena

Pubblicato 7 Ottobre 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 19:33

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Il Permission Marketing o “Marketing del Consenso”, è una tecnica di marketing innovativa creata da Seth Godin, pioniere e Guru della Rete, sul finire degli anni'90.

Una tecnica che si distacca dagli approcci di marketing diretti e aggressivi, e che trova nella “discrezione“, concepita come modalità  comunicativa per sollecitare la curiosità  dei potenziali clienti, una leva efficace per gli obiettivi di advertising.

Godin ha elaborato la sua tecnica partendo da una riflessione critica sugli effetti negativi provocati da una pubblicità  invasiva, nociva per la privacy del cliente, che in situazioni di “aggressione comunicativa” risponde con meccanismi di difesa, come l'indifferenza immediata verso i messaggi pubblicitari.

Come è possibile recuperare fiducia e attenzione del cliente per non allontanarlo dal possibile consumo dei beni e servizi proposti?

Alcune soluzioni elaborate per recuperare la sua attenzione sono:

  • proporre incentivi di vendita con omaggi, campioni o gadget per stabilire il primo contatto e sollecitare l’interesse;
  • avviare fase di test intermedia per capire il livello di interesse presente nei confronti prodotto o servizio proposto;
  • azioni di marketing mirate e supportate da un ascolto empatico e attento verso bisogni e desideri del cliente.

Probabilmente un approccio non invasivo e che lascia il tempo al cliente di meditare sulla scelta di acquisto, è più efficace ed affine al consumatore di oggi, attento e consapevole del potere persuasivo della pubblicità .

Qualcuno potrebbe affermare che il Permission Marketing non è altro che una tecnica “subdola” che mira comunque a vendere un prodotto o un servizio. Obiezione legittima.

Ma come marketing manager o comunicatori d’impresa dobbiamo chiederci: “Quanto è importante il rispetto della privacy nell'etica professionale e nella scelta degli strumenti di comunicazione?”