Aperta ufficialmente la “Gara di idee” sui bandi di “Industria 2015”, il programma varato dal Governo Italiano nel 2006.
Il Programma, il cui ultimo bando per il Made in Italy è stato reso pubblico nei giorni scorsi, stabilisce le linee strategiche per lo sviluppo e la competitività del sistema produttivo italiano del futuro, fondato, secondo quanto si afferma sul sito, su: a) un concetto di industria esteso alle nuove filiere produttive che integrano manifattura, servizi avanzati e nuove tecnologie; b) un'analisi degli scenari economico-produttivi futuri che attendono il nostro Paese in una prospettiva di medio-lungo periodo (l'anno 2015 appunto).
In termini più concreti il programma mette in palio 570 milioni di euro su cinque assi di intervento (Efficienza energetica, Mobilità sostenibile, Nuove tecnologie per la vita, Nuove tecnologie per il Made in Italy e Tecnologie innovative per i beni culturali), per il finanziamento delle cosiddette offerte di progetto o di competenze che recentemente hanno cominciato a popolare la bacheca pubblicata sul sito del programma.
Al momento, peraltro, gli ambiti per i quali possono essere presentati i progetti sono ristretti a tre (Efficienza energetica, Mobilità sostenibile, Nuove tecnologie per il Made in Italy) sui cinque complessivamente previsti ma bisogna anche considerare che, in futuro, secondo quanto recentemente dichiarato dal Ministro per lo Sviluppo economico, gli ambiti di intervento potrebbero essere ulteriormente estesi (ICT, Turismo e tecnologie ambientali).
Vanno inoltre considerati, per avere un'idea dello sforzo prodotto per rilanciare la capacità competitiva del paese, i costi che lo Stato sosterrà per la valutazione dei progetti. L'agenzia appositamente istituita per tale scopo ha infatti stimato una cifra superiore ai 5 milioni di euro all'anno inizialmente previsti.
Già abbastanza fitta e, per così dire, “originale” la lista pubblicata delle idee che concorrono per ottenere i finanziamenti previsti dal programma nonché dei soggetti proponenti.
Imprese, ma anche istituti di ricerca e università , scendono in campo per sfruttare questa nuova opportunità che potrebbe rivelarsi determinante per la realizzazione di idee che seppure di potenziale interesse per la produzione industriale giacciono nei cassetti per la consueta difficoltà di ottenimento dei finanziamenti necessari.