A poco più di un anno dalla riforma con cui si è detto sì al Tfr nei fondi pensione, la previdenza integrativa non sembra decollare: gli italiani non si fidano.
La conferma che, vista la scarsa adesione, i Fondi pensione integrativi piacciono poco ai lavoratori arriva dai dati diffusi a giugno dalla COVIP (Commissione Vigilanza Fondi Pensione).
Le iscrizioni durante il primo quarto 2008 sarebbero cresciute, infatti, solo del 2,8% nel complesso, e solo del 2,2% per i fondi aziendali o di categoria.
Non sembra avere convinto, dunque, la massiccia campagna che lo scorso anno partiti, sindacati e mass-media hanno portato avanti.
I lavoratori non si sono fidati, nonostante la disinformazione sulle modalità di rifiuto dell’adesione. E il pessimo andamento dei rendimenti dei FPI, sia chiusi che aperti, sembra dare loro ragione!
Risultati decisamente al di sotto di quelli del TFR accantonato in azienda: da maggio 2007 a giugno 2008 le casse di categoria hanno perso l’1,9%, con qualche punta dell’8-10% per le linee azionarie. Ai fondi vanno inoltre sottratte le commissioni che l’iscritto deve pagare in ogni caso (anche di forte perdita) ai gestori finanziari quali banche, assicurazioni e grandi imprese; i vari oneri; i caricamenti delle polizze assicurative; e così via.
Cosa che non avviene invece con il TFR lasciato in azienda, che invece si è rivalutato del 3,6%, di cui una quota fissa pari all’1,5% più il 75% del tasso d'inflazione programmato.
Tra i circa 22 milioni di lavoratori, alla fine di aprile 2008, gli iscritti alla previdenza complementare erano poco più di un quinto (4,65 milioni). Un tasso di adesione ben lontano dal 40% che l’ex ministro confindustriale del Lavoro, Cesare Damiano, aveva prefissato come obiettivo per fine 2007.
Uno dei problemi principali resta poi la scarsissima informazione sulla volontà di non aderire, qualcuno parla di “truffa” dovuta al meccanismo del silenzio-assenso, per cui chi non chiede espressamente di lasciare il TFR in azienda, viene dirottato automaticamente sui fondi pensione.
Il consiglio è quello di informarsi, in molti come Altroconsumo si occupano di dare informazioni in merito, per prendere la propria decisione coscientemente.