Meno 1,4%. E’ questo il calo registrato solo nei primi cinque mesi dell’anno per le esportazioni italiane negli Stati Uniti.
Adolfo Urso sottosegretario allo sviluppo economico ha così predisposto un piano straordinario da 20 milioni di euro con il sostegno per il rilancio e la promozione del Made in Italy negli USA.
Interessati i settori, da sempre considerati d’eccellenza: agro-alimentare, arredamento e moda, ma anche automazione e innovazione.
La prima tappa ha toccato New York, dal 29 luglio al primo agosto, con la partecipazione all'International Summer Fancy Food & Confectionary Show la più importante fiera del settore alimentare negli Stati Uniti, a cui partecipano 2.500 aziende, provenienti da tutto il mondo, con 26.000 operatori.
Stand italiano tra i più grandi della manifestazione, con cinque le regioni italiane espositrici (Calabria, Piemonte, Sardegna, Lombardia e Toscana) e cinque Camere di Commercio (Caserta, Verona, Roma, Vicenza, Viterbo) per un totale di 260 aziende coinvolte.
Nel rilancio dell’agro-alimentare – tra le più colpite dalla crisi delle esportazioni – saranno impiegati 5 milioni di euro dei 20 complessivi. Urso ha sottolineato che l’anno scorso l’export per gli USA nel comparto agro-alimentare era cresciuto dell’8,3% rispetto al 2006, per un valore di 88 milioni di dollari.
Il “caro euro” ha portato poi a un rallentamento, sebbene il trend resti abbastanza positivo. Giusto, dunque, per il Sottosegretario muoversi e “farsi vedere” in modo massiccio alle più importanti manifestazioni degli States.
Un capitolo a parte del programma, è poi dedicato al delicato fenomeno della contraffazione. I nostri prodotti tipici sono colpiti e penalizzati anche da una concorrenza sleale costituita per lo più da marchi che imitano per assonanza i nomi di famosi prodotti nostrani senza però che questi abbiano alcuna delle tipiche caratteristiche organolettiche del prodotto originale. Anzi, a volte si tratta di smercio di prodotti di bassa qualità , dannosi per la salute dell’ignaro consumatore (per lo più) straniero.
Per questo, è importante che accanto alla promozione si pensi anche a tutelare i prodotti nazionali. A New York, ad esempio, è stato istituito un desk anti-contraffazione per le Pmi italiane, proprio per combattere il fenomeno dell’“italian sounding”.
Le cifre sono da capogiro: 50 miliardi di euro solo nel mercato statunitense, che vanno a danno dell’Italia. Tre volte l’export agro-alimentare nazionale, che l’anno scorso è stato pari a 18 miliardi di euro. Tirando le somme, per ogni prodotto originale proveniente dall’Italia tre sono fasulli.
Il piano straordinario, che sarà curato dall’ICE – Istituto per il commercio estero e che proseguirà fino ai primi mesi del 2009 con l’organizzazione di numerosi eventi volti a promuovere tutti i settori di punta del mercato italiano. Non dimentichiamo che la produzione nazionale negli USA ha una quota del 6,8% e rappresenta quindi il primo “cliente” nel mondo.