Pc personali in ufficio: "pro" e "contro"

di Noemi Ricci

Pubblicato 17 Luglio 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:43

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Negli ultimi anni si è diffusa la tendenza, tra i dipendenti, ad utilizzare anche sul posto di lavoro il proprio pc personale. Un’inclinazione forse legata al boom nella presenza di pc nel mondo, registrata di recente.

Secondo Gartner, la nota società  internazionale di ricerca e sviluppo di modelli di mercato in ambito tecnologico, non vi sarebbe alcun giovamento economico e della produttività , da parte delle aziende, nell’autorizzare i propri lavoratori a portare in ufficio il proprio personal computer.

L’idea di ridurre i costi – e quindi un immediato ritorno economico da parte delle aziende, ottenuto lasciando che i propri impiegati utilizzino i propri notebook per esigenze professionali, lasciando quindi a loro le preoccupazioni legate alla manutenzione degli stessi – sarebbe quindi solo un’illusione.
Questo quanto risulta dai dati raccolti da Gartner sull'utilizzo dei portatili in azienda dal 2006.

In realtà , è anche vero che l’utilizzo di notebook personali può portare, almeno in parte, ad un miglioramento della produttività , derivante dalla netta definizione delle responsabilità  in ambito IT e dalla delega di alcuni oneri sull'utente.
Gartner ricorda inoltre un fattore da non sottovalutare: il grado di insoddisfazione da parte degli impiegati che si vedono vincolati dalle necessarie limitazioni imposte sulle macchine aziendali.

Il vero problema dell’attuazione di un tale programma di apertura risiede però nel controllo delle attrezzature personali degli impiegati, che se non sufficientemente efficace controllo può produrre effetti diametralmente opposti.

Una delle soluzioni, utilizzate più di frequente dalle aziende per far girare in sicurezza le applicazioni aziendali, è quello di installare delle macchine virtuali sui pc dei dipendenti.
In questo modo si restringe l’uso dello stesso per scopi strettamente professionali, ma allo stesso tempo si annullano i benefici a livello economico, dato il costo di tale operazione praticamente uguale a quello dell’acquisto di altrettanti computer aziendali.

Non utilizzando la politica delle macchine virtuali, le spese si riducono del 44%, a discapito però della sicurezza e del controllo all’interno dell’impresa.

In pratica, il risparmio in termini di costi d’acquisto e manutenzione viene controbilanciato dai potenziali danni e altre spese che l’impresa deve eventualmente rimborsare ai dipendenti.

Tra le imprese meno propense a consentire la presenza di harware personali in ufficio, uno dei freni maggiori rilevati da Gartner consisterebbe nei limiti legati alle licenze dei sistemi operativi di Microsoft.

Dunque, decidere se consentire o meno ai dipendenti di lavorare con le proprie macchine non è una questione così semplice, essendo legata a molteplici elementi da prendere in considerazione, costi indiretti inclusi. Sicuramente, però, può essere vantaggioso quando comunque, oltre al pc aziendale, gli impiegati portano con se i propri notebook. In questo modo si può tenere sotto controllo e gestire in sicurezza la politica e la manutenzione dell'azienda.