Sistemi Operativi: Pregi e difetti di Windows in azienda

di Dario Freddi

Pubblicato 14 Marzo 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:52

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Dopo aver parlato in due precedenti post delle principali alternative (Mac OS e Linux) che le aziende hanno a disposizione rispetto al sistema operativo ad oggi più diffuso, non potevamo non concludere la nostra carrellata senza analizzare quello che – per quanto discusso, criticato e quant’altro – è ancora da considerarsi lo standard di fatto per gli SO in azienda: stiamo ovviamente parlando di Microsoft Windows.

Solitamente, chiunque abbia utilizzato un PC prima o poi ha necessariamente avuto a che fare con Windows, per il semplice fatto che al giorno d’oggi il 90% dei computer sul mercato viene venduto con questo SO preinstallato. Di fatto, per quanto molti lo critichino Windows ha dalla sua degli innegabili pregi rispetto agli altri due concorrenti, che di fatto hanno contribuito a renderlo lo standard.


Per prima cosa, proprio per il fatto che quasi ognuno di noi ha usato Windows fin dai primi tempi, quando si trovano a dover usare un’interfaccia diversa – anche più user-friendly – spesso molti utenti non sono a proprio agio rispetto a quella standard di Windows, per una semplice questione di abitudine.

Questo, capita anche negli ambienti business, dove ancor apresiste un certo zoccolo duro di utenti poco propensi al cambiamento. Sembra un discorso banale, ma posso assicurarvi che nella mia esperienza ho notato molte volte questo tipo di comportamento.

Inoltre, Windows presenta ancora una maggiore disponibilità  di software: nel bene e nel male, gratuito e soprattutto non. In generale, gli applicativi commerciali più blasonati girano principalmente su Windows, il che ovviamente è una delle ragioni principali per le quali molti utenti lo prediligono.

Ovviamente, ci sono molti “bassi”: la stabilità  del sistema non sempre è invidiabile e la sicurezza non è certo una caratteristica vincente di questo SO. Tuttavia, per quanto alcune falle siano da imputare ai programmatori, a onor del vero bisogna riconoscere che la scarsa sicurezza di Windows è anche conseguenza della sua maggiore diffusione, per quanto questo non cambi la natura del problema e non la sminuisca.

Non fraintendete le mie parole, non è certo mio scopo difendere a spada tratta Windows (tra l’altro, non lo utilizzo nemmeno), ma se Linux o Mac detenessero il 90% del mercato, sono certo che vedremmo molti malware e quant’altro affliggere anche questi due sistemi considerati una roccaforte.

Questo non toglie che, con un po’ di attenzione (e magari di software addizionale), le minacce principali possano essere prevenute o sventate.

In conclusione, Windows è molte volte una scelta obbligata, o per il software o per l’attitudine dei dipendenti, e in generale molti utenti non trovano sufficienti ragioni per migrare altrove. Fino a prova contraria, fino a quando non cambierà  il modello di marketing nell’IT, Windows sarà  sempre l’SO maggiormente utilizzato… O no?