Se non è una “tregua” a tempo determinato poco ci manca. Parliamo della decisione di una Corte d’appello federale degli USA che ha momentaneamente sospeso la decisione, presa lo scorso mese da un giudice federale, di vietare la vendita di Word negli USA a causa della violazione di alcuni brevetti.
La vicenda è relativa alla causa intentata lo scorso maggio da una società canadese, la i4i per la precisione, che aveva portato Microsoft in tribunale a causa dell’utilizzo, secondo il proprio punto di vista, di parti di codice XML di propria appartenenza, violando così i brevetti relativi.
Una causa che portò alla condanna di Microsoft e al pagamento di un risarcimento di oltre 200 milioni di dollari, pagamento poi sospeso a causa del processo di appello, conclusosi proprio con il divieto alla vendita di Word, una decisione pesante, forse ancora più pesante della stessa multa assegnata a Microsoft in prima istanza.
Tale pronunciamento della corte imporrebbe di fatto a Microsoft lo “scorporo” di Word dalle distribuzioni di Office vendute negli USA o quantomeno la modifica del codice stesso del programma, dato che il giudice ha stabilito espressamente il divieto di utilizzare quelle tecnologie in grado di aprire file xml, docx e docm che contengono codice XML personalizzato: tutte funzioni introdotte proprio usando il codice “incriminato”.
Ora la decisione di uno stop a tale obbligo, una notizia che regala un po’ “d’ossigeno” alla società di Redmond ma che ha infastidito non poco i responsabili di i4i, che non hanno certo usato toni “distensivi” nel descrivere il loro punto di vista sulla faccenda:
La politica terroristica di Microsoft sulle possibili conseguenze dell’ingiunzione non possono metterla al riparo dall’imminente revisione del caso da parte della Corte d’appello prevista per il prossimo 23 settembre. La società i4i considera la recente sentenza a proprio favore, contenente il riconoscimento dell’avvenuta violazione di un brevetto da parte di Microsoft e una ingiunzione contro MS Word, corretta e auspica che i4i possa anche prevalere in appello.
La vicenda quindi continua, con i4i che si definisce in una posizione di assoluta ragione e non teme quindi un possibile ribaltone giudiziario, mentre per Microsoft gli scenari sono diversi in quanto, in caso di eventuale sconfitta in tribunale, per gli uomini di Ballmer si aprirebbero due strade: o la conciliazione privata con i4i (dietro pagamento di un certa somma di denaro) o una profonda modifica al codice di Word. Qualche che sia la strada presa non sarà di certo una passeggiata.