L’affermazione di un nuovo sistema operativo incontra quasi sempre difficoltà , causate da scetticismo e diffidenza verso un mutamento che potrebbe comportare instabilità e inaffidabilità .
A livello aziendale l’approccio deve ulteriormente essere cauto per evitare di andare incontro a spiacevoli sorprese, che potrebbero comportare perdite di dati essenziali.
Qualche settimana fa, un attento post di Filippo Vendrame ci ha annunciato il prossimo rilascio del primo Service Pack per Windows Vista, descrivendo nel dettaglio i miglioramenti che esso comporterà . Circolano però da qualche giorno voci poco confortanti sul futuro di Vista, lasciando intravedere l’opportunità di un ripensamento che potrebbe avere del clamoroso.
Sembra infatti che la casa di Redmond stia lavorando alacremente alla prossima versione di Windows, la 7, con nome in codice Vienna.
Del resto, i sintomi dei ritardi nell’affermazione di Vista appaiono oggettivi: vendite inferiori alle aspettative, necessità di hardware particolarmente performante (specie in termini di RAM) e problemi di compatibilità con le applicazioni esistenti.
Ricordo che quando vi fu il lancio di XP l’atteggiamento iniziale del grande pubblico fu analogo, ma allora si proveniva dalla frustrante esperienza di Windows ME, che favorì l’approccio con il nuovo sistema, anche da parte delle aziende.
Attualmente invece, grazie soprattutto ai numerosi e costanti aggiornamenti resi disponibili negli anni, XP appare tutto sommato sufficientemente stabile e lo si può usare tutti i giorni al lavoro senza particolari patemi d’animo.
Di queste cose avevamo già parlato, spiegando come le aziende fossero poco interessate all’idea nonostante i continui “incitamenti” da parte di Redmond. Ma ora, con un nuovo sistema operativo alle porte, che motivo avrebbero di passare a Vista? Vedremo nei prossimi mesi se si tratterà solo di rumors o se verrà effettivamente confermata una nuova strategia d’azione.