RFID: un caso studio nel settore moda

di Marco Mattioli

Pubblicato 26 Novembre 2007
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:44

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Abbiamo già  affrontato la tecnologia RFID, cercando di valutarne gli aspetti positivi, legati ai possibili vantaggi che potrebbero trarne le aziende.

In questo post vorrei invece esporre un esempio applicativo di questa tecnologia, per valutare sul campo l’effettiva applicabilità  dell’identificazione a radiofrequenza.

Ci arriva da Throttleman, azienda di forniture portoghese che opera nel settore della moda. La scelta è stata quella di dotarsi di un sistema basato su RFID per cercare di ovviare ad errori, reclami e lentezze nella fase di movimentazione delle merci. La società  distribuisce infatti in Portogallo e Spagna abbigliamento importato dall’India.

Prima di aver sposato la nuova tecnologia, ciascun processo veniva gestito manualmente. Ciò comportava il controllo di ogni collo da parte di un addetto dell’azienda, con l’incarico di verificarne quantità  e contenuto. Poi gli articoli dovevano essere nuovamente imballati e spediti ai rivenditori. E tutta la procedura veniva elaborata con registrazioni prive di supporti informatici.

Un adeguato investimento aziendale ha consentito la definizione di una soluzione RFID integrata, grazie anche al supporto di importanti realtà  come Tagsys, Sybase e Paxar.

Così, da agosto 2007, ogni pacco spedito dal fornitore di abbigliamento indiano viene contrassegnato con un tag prima di essere inviato alla casa madre. Contestualmente viene stilata ed inviata a Throttleman una lista dettagliata dei componenti inclusi nella spedizione, associando ad ogni articolo un determinato codice identificativo.

Giunta a destinazione, la merce viene caricata su un apposito nastro trasportatore dove un lettore controlla la conformità  dei codici della lista rispetto ai tag del carico. Se viene riscontrata una difformità , un segnale luminoso disposto sul nastro avverte il personale del disguido, consentendogli di verificare immediatamente l’articolo.

Lo stesso procedimento viene utilizzato anche per la successiva distribuzione ai rivenditori. Ogni nuovo collo viene marcato e caricato sui mezzi di trasporto, insieme a una lista di controllo che viene verificata da appositi lettori forniti ai singoli magazzini di stoccaggio.

Il dato certamente più interessante è che il margine d’errore rispetto al passato è stato drasticamente ridotto, così come il tempo dedicato all’intero processo di trattamento merci. Si tratta dunque di un piccolo esempio, che mi pare possa però risultare emblematico per i riflessi che comporta sul piano del risparmio e dell’efficienza operativa aziendale.