Pagamenti mobili: a quando la svolta?

di Alessandra Gualtieri

Pubblicato 22 Ottobre 2007
Aggiornato 12 Febbraio 2018 19:33

L’idea di utilizzare il cellulare come strumento di pagamento mobile non è una novità , anzi. In tutto il mondo sono numerosi i casi di successo che hanno evidenziato le potenzialità  degli mPayments.

In Italia, per quanto ancora in attesa di concrete soluzioni in remoto o di prossimità  sia consumer che business, le cose dovrebbero concretizzarsi entro fine anno: protagonisti di questa piccola rivoluzione – cellulare/carta di credito mobile – gli MVNO, ossia gli operatori mobili virtuali, primo fra tutti Poste Mobile di Poste Italiane.

Entro pochi mesi potremo quindi pensare di poter effettuare bonifici con il cellulare, ma a questo punto – alla luce del ritardo occidentale in questo settore – c’è da chiedersi fino a che punto la possibilità  di effettuare transazioni su terminale mobile possa essere di concreta utilità  per le aziende e, soprattutto, quanti e quali potranno essere a breve termine i campi d'applicazione?

Acquistare biglietti di viaggio o effettuare pagamenti per beni e servizi presso punti vendita dotati di POS sostituendo il cellulare alla carta di credito sarà  sicuramente utile, ma per un uso business non credo possa bastare.

Certo, le sinergie fra gestori, operatori e istituti finanziari si muovono in questa direzione, grazie anche a chip contactless e tecnologie abilitanti sempre più sicure ed efficaci che fanno la differenza quando si tratta di operare in un ambito che si fonda su massima interoperabilità  ed elevati standard di sicurezza.

Gli analisti mostrano ottimismo: secondo un recente rapporto Juniper sui Mobile Payments, il mercato dei micropagamenti in mobilità  raggiungerà  entro pochi anni volumi considerevoli, conquistando qualcosa come 200 milioni di utenti in tutto il mondo.

Al momento le tecnologie più promettenti per i sistemi mPayment di prossimità  sono FeliCa – già  consolidatasi sul mercato nipponico ed utilizzata da milioni di utenti per svariate tipologie di transazione – e la NFC (Near Field Communications), vera promessa del mercato europeo.

Rispetto alla prima, che entro il 2010 dovrebbe contribuire ad attrarre a livello regionale quasi 90 milioni di utenti, la tecnologia a corto raggio NFC potrebbe trovare applicazione anche a più ampio spettro. Si tratta di un sistema di comunicazione a breve distanza tra dispositivi elettronici, in questo caso cellulare e POS che integri lettori Rfid per la lettura wireless della smartcard del telefonino di tipo SIM/UICC (Universal Integrated Circuit Card).

I primi prototipi di terminale mobile con chip NFC integrato sono stati presentati da Nokia (il 6163), in partnership con Visa. Ma si sono mostrati interessati alla NFC anche Motorola ed LG.

A breve termine, comunque, le vere prospettive di business non sembrano tanto legate all'utilizzo diretto dei servizi di mPayment quanto invece alle applicazioni da remoto come le ricariche prepagate o le bollette mobili ed online. Almeno secondo il recente whitepaper di Atos Origin sullo scenario europeo di riferimento.

Viene da pensare che il mercato non sia ancora maturo per un’evoluzione del sempre più eclettico e multifunzione cellulare anche in borsellino mobile… O no?