In qualsiasi azienda, i costi hanno giustamente un attenzione particolare. Soprattutto in periodi economicamente delicati, infatti, l'attenzione alle spese è elevata.
Eppure, spesso per via dell'abitudine, si trascurano possibilità di risparmio capaci di rivelarsi perlomeno interessanti.
Quante sono infatti le aziende che di norma utilizzano OpenOffice? La suite di office automation praticamente gratuita rappresenta ormai una valida alternativa al corrispondente pacchetto di Microsoft e alle relative licenze.
Ne aveva già parlato Dario Freddi in uno dei primi post del blog, e sembra che le cose si stiano muovendo. Ma per chi volesse andare oltre, esiste la possibilità di diminuire i costi relativi alle licenze anche intervenendo sul sistema operativo. Una sola parola: Linux.
Linux infatti è ormai una realtà consolidata e affidabile, ma forse proprio il fatto di costare molto meno di Windows è per assurdo motivo di diffidenza.
In una qualsiasi azienda, lo scoglio più grande all'adozione di OpenOffice almeno a livello utente finale, può essere solo la formazione, ma chi utilizza da anni i vari Word, Excel e PowerPoint non può avere bisogno di più di poche ore per adattarsi più che altro a un'interfaccia leggermente diversa.
I veri ostacoli, allora, probabilmente si trovano a monte. Attualmente, in Italia acquistare un desktop o un notebook con Linux già installato è praticamente impossibile, al punto di far sorgere il, sospetto di accordi commerciali tra prodotti di hardware e il fornitore di software.