Fortune si è divertita nel compilare la classifica della 50 compagnie più ammirate del mondo da parte di manager e businessman. Un elenco lungo e corposo, all’interno del quale dominano le aziende americane e giapponesi, e nella quale i settori maggiormente in crisi in questo periodo recessivo (auto e hi-tech, ad esempio), non sembrano poi cedere più di tanto il buon passo del recente passato.
E così, con poche sorprese, scopriamo che in cima alla classifica si trova Apple, la società di Cupertino guidata a lungo dal CEO Steve Jobs, che ha dovuto lasciare i vertici per motivi di salute, senza che – a quanto pare – ciò abbia provocato degli eccessivi smarrimenti nella clientela della Mela. Al secondo posto si è invece imposta la Berkshire Hathaway, società attiva in diversi settori, e condotta nelle turbolenze dalla esperta mano di Warren Buffett. Gradino più basso del podio, infine, per i giapponesi di Toyota. La società nipponica, divenuta il più importante produttore auto del mondo dopo l’emersione delle difficoltà dei concorrenti americani – e in procinto di esser guidata nuovamente da un membro della famiglia fondatrice (Akio Toyoda), continua a possedere un carisma piuttosto elevato tra i manager, nonostante un 2008 in perdita.
Scorrendo il resto della top ten, incontriamo poche sorprese. Al quarto posto si insedia infatti il motore di ricerca Google, seguito dalla Johnson & Johnson al quinto posto, e dalla Procter & Gamble al sesto. Settimo posto, in coabitazione, per FedEx e Southwest Airlines, mentre completano la lista dei preferiti la General Electric in nona posizione e Microsoft, solo decima.
Ma è tutta la lista della top-50 ad esser preda dei big americani. Wal-Mart, ad esempio, leader mondiale del commercio al dettaglio, si piazza in undicesima posizione, seguita a breve distanza da Coca Cola (12, che batte Pepsi, solo 21) e Walt Disney (13). Resistono anche le società finanziarie, che riempiono la classifica con Goldman Sachs (15), JP Morgan Chase (20), Bank of America (26), American Express (29). Bene anche le società tecnologiche, con IBM (17), o Hewlett Packard (30) e Cisco Systems (31).
Poco spazio sembra invece esserci per le aziende europee. Nokia, ad esempio, uno dei leader mondiali della telefonia mobile, è solo in 42ma posizione. Mancano del tutto, invece, le società italiane.
La lista compilata da Fortune non ha tuttavia convinto gli stessi manager e businessman, soprattutto quelli del Vecchio Continente e dell’Asia. Troppe, a quanto pare, le società americane presenti, e troppo scarse le variabili analizzate nella redazione dell’elenco. E voi cosa ne pensate? Quali ritenete possano essere le aziende italiane ed europee che valga la pena prendere come esempio di innovazione, immagine e dinamicità?