ReputationDefender: come difendere la propria reputazione virtuale

di Simona Tenentini

Pubblicato 9 Giugno 2009
Aggiornato 24 Febbraio 2018 09:57

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Michael Fertik è l'ideatore di ReputationDefender, un sito che offre la possibilità di ripulire la propria immagine online attraverso una vera e propria assicurazione contro i danni da Google

Il paese è grande è la gente mormora. In questo caso il paese preso in esame è la comunità virtuale che, proprio per il fatto di essere online, ha dimensioni smisurate e non conosce confini. Si assiste quindi ad un ribaltamento dei vecchi detti: se prima erano i piccoli borghi il regno del pettegolezzo, adesso vale l’esatto contrario: nello strabordante mondo di Internet dilagano gossip, video compromettenti, frasi senza censura. Il fenomeno, proprio per il suo carattere incontrollato, genera spesso non pochi inconvenienti, soprattutto dal punto di vista lavorativo, come riferisce anche la rivista New Scientist.

In America è stato stimato che circa il 70% delle persone compila appositi moduli in Rete per cercare lavoro. Di questi più della metà o non ha trovato lavoro oppure ha rischiato di non essere assunto poiché non aveva una buona “reputazione virtuale”. Ad un livello più casalingo è ancora più facile tastare il polso della personale nomea: basta inserire i propri dati anagrafici ed assistere al rapido materializzarsi di un lunghissimo elenco di siti contenenti informazioni che in qualche modo ci riguardano. Non di rado è possibile incappare in qualche video, magari caricato di nascosto da un amico. Il problema sorge laddove si registra un vuoto normativo: la legge infatti non è ancora adeguata per una difesa della propria immagine virtuale.

Proprio da questa semplice constatazione è scattata la trovata di Michael Fertik, inventore del sito ReputationDefender.com, che, nato all’inizio quasi come uno scherzo, attualmente vanta circa sessanta dipendenti all’attivo. Il successo del sito viene spiegato dallo stesso Fertik in un’intervista rilasciata alla Cbs: «oggi l’identità virtuale di una persona, quella cioè che ci si costruisce negli anni ogni volta che si accede a Internet, può avere ricadute più che concrete nel mondo reale, perchè l’identità virtuale può incidere in modo significativo sulla reputazione di una persona. Ma in caso di potenziali danni alla propria immagine non si hanno strumenti di difesa dal punto di vista giuridico. La legge non li ha ancora creati, è decisamente in ritardo rispetto alla velocità con cui il web si sta sviluppando dentro la società reale e può bastare un video messo in rete a nostra insaputa per rovinare in modo grave la nostra immagine».

La “Google insurance”, ossia l’assicurazione da danni derivanti da Google, costa dieci dollari al mese e garantisce un’identità ripulita in poco tempo. L’assicuratore del web agisce su più fronti: immette in rete informazioni positive, ritocca o elimina quelle negative, rimuove o ridimensiona tutto ciò che può nuocere oggettivamente all’immagine di una persona. Tanto per fare un esempio pratico sui danni provocati dal cyber-gossip basti pensare a quello che si è verificato negli ultimi tempi su Ebay, il primo sito di aste online al mondo. Di recente sono stati infatti modificati i parametri per la valutazione dei venditori, in precedenza espressa dagli acquirenti. «Alcuni compratori erano riluttanti nel dare un giudizio negativo sui venditori – si legge nel comunicato del sito – per paura che questi a loro volta lasciassero dei commenti offensivi o negativi». La principale novità del nuovo sistema sarà che i venditori non potranno più lasciare commenti negativi sui compratori, e questi ultimi avranno una revisione del proprio giudizio ogni 12 mesi.