Se chiedete a un utente che ha acquistato il suo primo computer portatile quali sono stati motivi che hanno guidato la sua scelta, con altissima probabilità tra i primi cinque vi saranno l’estetica, le prestazioni, la portabilità, le dimensioni e lo schermo, ma non ci sarà l’autonomia. Se invece fate la stessa domanda a chi ha acquistato il suo secondo portatile la risposta vedrà quasi sicuramente al primo posto l’autonomia. Questo è quanto ha riferito di recente Intel parlando di una ricerca effettuata lo scorso anno.
In effetti un settore in cui si stanno dirigendo grandi sforzi i produttori è proprio quello della durata della batteria, aspetto essenziale per chi usa spesso il computer portatile fuori ufficio. Il traguardo che si sono poste le aziende è di raggiungere un’autonomia di 10 ore effettive (e non solo nominali) entro la fine dell’anno. E visti i risultati ottenuti sinora, non è un’ipotesi poi così remota, soprattutto sul versante dei netbook, che tanto successo stanno ottenendo presso il mondo business.
Va sottolineato che l’aumento dell’autonomia è uno degli aspetti più complessi all’interno di un portatile perché implica non solo un miglioramento nella resa della batteria ma anche che tutti i componenti del computer stesso siano ottimizzati al fine di ridurre i consumi. A partire dallo schermo che è l’elemento responsabile del maggiore assorbimento di energia. Però i più recenti annunci di notebook e netbook mostrano che i costruttori hanno imboccato la strada giusta per ottenere il risultato prospettato.
Sotto l’aspetto autonomia, tra tutti i nuovi prodotti spicca il netbook U115 Hybrid di MSI le cui batterie, assicura l’azienda possono consentire 16 ore di utilizzo ininterrotto. Il nuovo computer deve questa prestazione a una tecnologia di storage, che consente l’utilizzo contemporaneo di hard disk tradizionali e allo stato solido (SSD), combinazione che garantisce una durata prolungata della batteria. L’MSI U115 Hybrid è basato sulla piattaforma Intel Menlow, che consente una decodifica hardware in alta definizione dei video e che può gestire l’uso simultaneo dell’SSD e dell’hard disk. È anche possibile disattivare il disco fisso tradizionale da tastiera, mentre si continua il lavoro sull’SSD. Wind U115 Hybrid è completo di accelerazione hardware H.264, MPEG2, VC1 e WMV9, elemento questo che contribuisce a ridurre il consumo energetico totale, in quanto non è necessario un software di decodifica.
Assieme a MSI, anche Samsung ha deciso di puntare sulla massima mobilità e su una maggiore durata della batteria dei propri notebook proponendo il mininotebook N120 che offre un’autonomia di 10,5 ore, indipendentemente dalla potenza fornita. Principale artefice di questo risultato è l’impiego di display a Led, che ha un consumo inferiore ai consueti Lcd, e alle performance ottimizzate del processore Intel Atom N270 a 1.6 GHz. Ragguardevole è anche la prestazione del mininotebook N110, sempre di Samsung, la cui autonomia si attesta sulle 9,3 ore. Questo modello usa lo stesso display e lo stesso processore dell’N120. Disponibili da maggio, i due mininotebook di Samsung costeranno 429 euro ciascuno e avranno un peso inferiore a 1,3 kg.
Le 10 di utilizzo continuato le promette anche la nuova famiglia di notebook Acer Aspire Timeline. In questo caso però l’azienda precisa che questa autonomia la si raggiunge solo se si usa il disco fisso SSD, mentre se si opta per l’hard disk tradizionale l’autonomia scende a 8 ore. L’Aspire Timeline usa un processore Core Duo ultra low voltage e sarà disponibile nei modelli con schermo da 13″, 14″ e 15,6″. Di questo notebook non è ancora stata fornita un’indicazione del prezzo.