Un’ecologia politica per combattere la crisi

di Barbara Weisz

22 Giugno 2009 10:00

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Jean Paul Fitoussi ed Eloi Laurent, economisti di fama internazionale, propongono un nuovo percorso che analizza a 360 gradi le sfide da affrontare nell'economia del terzo millennio

La crisi economico-finanziaria e quella ambientale si possono risolvere puntando sulla democrazia. Vi sembra una proposta troppo semplicistica, o più ideologica che pragmatica? Beh, a sostenerlo sono due dei più stimati economisti del pianeta, Jean Paul Fitoussi ed Eloi Laurent, rispettivamente presidente ed economista senior dell’Ofce, l’Istituto francese delle congiunture economiche, entrambi professori all’Institut d’etudes politiques di Parigi, il primo docente anche alla Luiss di Roma, il secondo anche a Stanford. Sull’argomento hanno scritto un libro, “La nuova ecologia politica”, che fra l’altro contiene una prefazione all’edizione italiana.

Spiegano gli autori: «i rendimenti eccessivi, o piuttosto chimerici, richiesti negli ultimi anni dai prodotti finanziari riducono quasi a zero la prospettiva a lungo termine che dovrebbe invece costituire l’orizzonte della finanza. Allo stesso modo, l’eccessivo consumo delle risorse naturali da parte delle generazioni odierne rappresenta un insulto alle generazioni future». Dunque, «ripristinare l’equilibrio fra breve e lungo termine» è «la chiave per risolvere crisi finanziaria e crisi ecologica». E «il luogo di questo equilibrio è la democrazia». Si tratta di un testo macroeconomico, che analizza la situazione e propone soluzioni citando economisti, biologi, scienziati, matematici, filosofi, personaggi storici. Fitoussi e Laurent dichiarano «l’ambizione di immaginare un nuovo percorso» sulla questione dell’ecologia.

Da una parte, dicono, ci sono «certi progressisti sempre più sensibili alle sirene della decrescita e della rinuncia al progresso», dall’altra «alcuni conservatori soccombono troppo facilmente all’idea che basti coniugare mercato e innovazione tecnica per superare ogni difficoltà». Lo sforzo degli autori è quello di «concepire l’economia, la politica e l’ecologia come sistemi che non solo si aprono gli uni agli altri, ma si determinano anche reciprocamente». Il senso del lavoro viene così spiegato: «come esistono strade feconde fra liberalismo ingenuo e dirigismo brutale, è possibile che esista una eco-democrazia fra l’imprevidenza ecologica e la decrescita rassegnata».

Pur essendo di largo respiro, il testo offre spunti di interesse per chi quotidianamente deve fare i conti con le questioni del terzo millennio. I due esperti ritengono che la crisi ecologica si spieghi «con lo sfasamento fra un ritmo troppo veloce di consumo delle risorse naturali e un ritmo troppo lento di investimento nelle nuove tecnologie dell’ambiente e dell’energia». E la crisi finanziaria «minaccia nel 2009 di aggravare il disordine ecologico». Ma si può considerare il problema come un’opportunità, per esempio contrastando «la recessione del 2009 con un rilancio verde negli Stati Uniti, come anche in Francia e in Italia». In questo senso, si propongono soluzioni concrete: investire in modo massiccio nell’edilizia e nei trasporti sostenibili, tassare il carbonio «ovvero stabilire una verità ecologica riguardo ai prezzi dei prodotti che lo utilizzano». «La posta in gioco», avvertono i due economisti, «è a dir poco capitale: attenuare la crisi ecologica smorzando la crisi finanziaria, rilanciare l’economia per riuscire a cambiarla».