L’abito fa il manager: consigli di stile per uomini d’affari

di Simona Tenentini

3 Luglio 2009 10:00

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Un libro che è una guida per evitare errori grossolani in fatto di stile. E dall'Australia per i dirigenti con poco tempo a disposizione arriva l'abito che si lava in pochi minuti sotto la doccia e si asciuga a temperatura ambiente

L’abito non farà il monaco, ma fa sicuramente il manager. Studi consolidati hanno infatti dimostrato come l’opinione di chi abbiamo di fronte si formi nei primissimi secondi dalla presentazione e questo determina, quindi, la necessità di un abbigliamento sobrio e rigoroso quando la circostanza lo richieda.

In soccorso di dirigenti sconfitti dalla battaglia con il guardaroba è provvidenziale il libro di Cinzia Felicetti “L’abito fa il manager”, edito da Sperling & Kupfer, in cui sono raccolti una serie di consigli utili all’insegna dello stile e del buon gusto in fatto di moda. Come afferma infatti la scrittrice: «La prima, indelebile impressione che abbiamo di una persona si forma in sette secondi. In un battito di ciglia chi abbiamo davanti ci prende le misure e taglia letteralmente i panni addosso. Per cui, che si tratti del primo colloquio o dell’incontro per chiedere un aumento o una promozione, conviene restare sul classico».

Si tratta, in sostanza, di una guida per imparare a scegliere abiti e accessori in grado di veicolare messaggi come autorevolezza, autostima, affidabilità, creatività, in base ai diktat aziendali. Ecco dunque, in rapida successione, i suggerimenti per evitare di “toppare” un appuntamento importante.

Per gli uomini è consigliabile:

  • evitare il doppiopetto o il gessato con righe troppo larghe;
  • le scarpe mai più chiare dell’abito. Sono bandite calzature sportive e stivali;
  • per il colore della cravatta non si può sbagliare con i classici blu, grigio e bordeaux. Da evitare le stampe, i disegni e le tonalità rosate;
  • calzino rigorosamente lungo e scuro.

Per le donne valgono più o meno dei principi quasi ovvi:

  • vietati gli abiti troppo stretti, troppo scollati, troppo corti;
  • biancheria intima all’insegna dei colori soft, bianco o carne;
  • tacchi ammessi fino a sette cm;
  • gioielli distribuiti con parsimonia ed eleganza: no a cianfrusaglie tintinnanti;
  • profumo e make-up leggeri.

E per i manager che oltre al poco buon gusto hanno anche poco tempo arriva dall’Australia Shower Suit, ovvero l’abito che si lava sotto la doccia. La geniale invenzione è il frutto delle sperimentazioni condotte dai ricercatori dell’Australian Wool Innovation anche se, com’era prevedibile, sta spopolando in Giappone, dove al primo ordine di ben 170.000 capi ne è succeduto uno ulteriore di altri 250.000.

Il capo in questione è un normalissimo abito da uomo realizzato però con un innovativo tessuto hi-tech che si lava semplicemente con una rapida passata sotto la doccia di tre o quattro minuti. Bando quindi al sapone e ai lavaggi a secco come pure alla stiratura. L’abito infatti si asciuga in poche ore a temperatura ambiente e perciò il mattino successivo è già bello e pronto come appena uscito dalla tintoria, l’ideale per gli uomini d’affari sempre in giro da un albergo all’altro. Da sottolineare, infine, il rispetto della parità fra i sessi: visto il successo del modello maschile i ricercatori fanno sapere che è in preparazione anche quello femminile.