Avviare un’attività imprenditoriale, non può essere frutto dell’improvvisazione, del caso o dell’emozione di un momento, ma deve essere una scelta ben ponderata che tenga conto del margine di rischio legato al percorso di vita aziendale. Tante imprese hanno chiuso i battenti per essere nate proprio sull’onda del caso, senza strategie di mercato, senza consulenze in grado di “progettare” fin dalle carte, l’esito dell’attività. E se in passato bastava poco per decidere di aprire anche un semplice negozietto, oggi non è più così. Gli imprenditori non se la sentono di rischiare più di tanto, e preferiscono sapere in anticipo (nel limite del possibile) i pro ed i contro della loro futura attività, rivolgendosi ad una figura consulenziale di altro profilo: il Business local manager.
Un consulente esperto in creazione di impresa che sa valutare i parametri di business delle nuove esperienze imprenditoriali e che può dare una mano allo sviluppo di imprese esistenti. A lui si rivolgono, infatti, gli aspiranti imprenditori e quelli già operativi sul mercato che hanno bisogno di aiuto per cercare di ampliare, di più, e meglio, la loro attività. Viene definito manager del business locale, perché questo particolare profilo manageriale offre la sua consulenza, in particolar modo, a piccole e medie imprese, cioè al tessuto socioeconomico, maggiormente presente in ambito locale.
Possiamo definire il business local manager, come l’esperto dello sviluppo locale. Per lui il lavoro non manca, vista anche la marcata diffusione delle piccole e medie imprese italiane, che seppur, con alcuni momenti di difficoltà, costituiscono, la vera ossatura del sistema economico nazionale. Secondo i dati dell’ufficio studi della Confcommercio le PMI sono oltre 4 milioni. La quasi totalità, il 95% è costituita da imprese con meno di 10 addetti. Rilevante il contributo delle stesse in termini di occupazione: l’81% dei lavoratori è impiegato nel personale delle PMI. Con questi numeri, si capisce come sia importante evitare la chiusura o il fallimento di un’azienda, perché quando un’azienda va male, va male anche per chi vi lavora e per l’intero circuito produttivo.
Una grande responsabilità è quella che viene affidata al business local manager: salvare le imprese esistenti ed intervenire nella creazione di imprese sane. Ma chi può diventare un business local manager? Può svolgere questa attività un commercialista; un consulente aziendale o qualsiasi professionista operante nel mondo imprenditoriale. Il business local manager consiglia al cliente interessato ad avviare un’attività, anche i settori di business più remunerativi ed innovativi, su cui vale la pena investire; studia ed analizza la fattibilità del progetto; interviene anche per migliorare ed integrare il business delle imprese esistenti, suggerendo le migliori strategie ed individuando i settori di mercato più ricettivi a certe tipologie di business.
Elabora il business plan, e richieste di agevolazioni finanziarie e può anche proporre corsi di formazione professionale riservati ad imprenditori. Viene anche definito “promotore di business”, perché promuove e diffonde la cultura d’impresa orientata allo sviluppo di nuovi settori d’attività. In Italia esiste anche una rete di business local manager a cui potersi affiliare. È promossa da Creaimpresa, un Centro Studi che eroga servizi nel campo della creazione di nuove imprese e della promozione dello sviluppo locale.