Quante volte ci siamo sentiti bloccati dal panico prima di un intervento in una riunione, piuttosto che in una conferenza o un ringraziamento in pubblico? Il cuore batte velocemente, le mani sudano e la bocca diventa secca, siamo immobilizzati al punto che non riusciamo a concentrarci sul nostro discorso ma solo sulla reazione del nostro corpo. Più ci preoccupiamo che questi sintomi divengano visibili agli altri, più questi aumentano, fino a sfociare in attacchi di panico in casi più estremi.
Alcuni la chiamano ansia di parlare in pubblico, altri ansia sociale, altri ancora semplicemente timidezza; per quelli – e sono molti – che si trovano ad affrontare questo disagio quotidianamente, è un vero e proprio problema. Le persone che incontrano giornalmente questa difficoltà sono molte più di quelle che pensiamo: una su 5 ha, almeno in parte, avuto questa esperienza. Questo disturbo, coglie tutti impreparati, dagli studenti, ai dirigenti, dagli attori ai professori, creando molti disagi che spesso possono influenzare negativamente lo stile di vita fino a limitarne drasticamente la libertà: modelle si rifiutano di incontrare persone al di fuori della passerella, attori ricorrono a beta bloccanti per ridurre la pressione sanguigna, studenti rimandano gli esami, managers rifiutano promozioni, e così anche politici e persone dello spettacolo affrontano numerose difficoltà.
L’ansia si manifesta sia fisicamente che psicologicamente; il primo passo è quello di individuare come. Molte persone avvertono una sudorazione profusa, altre tremori, secchezza della bocca, rossore, giramenti di testa, aumento dei battiti cardiaci, mentre i pensieri si fanno via via più confusi; il passo successivo è quello di “entrare nel pallone”. Il corpo si prepara a quello che in inglese viene chiamato “fight or flight”, combattere o scappare, ovvero mossa istintiva del nostro corpo di fronte a un pericolo; di certo molti ora staranno pensando che preferirebbero affrontare un leone piuttosto che una platea!
Spesso è un eccesso di energia, che sfugge al nostro controllo, a provocare queste reazioni fisico-psicologiche, e la conseguente paura di essere giudicati male, di non essere all’altezza, di fallire ci porta ad evitare di esporci. È necessario canalizzare questa energia, utilizzandola a nostro favore. Alcuni dei consigli più diffusi:
- Non procrastinare. Sfruttare tutte le occasioni che si presentano per confrontarsi ed esporsi, partendo da piccoli contesti.
- Praticare! Di fronte a uno specchio o con un amico, concentrandosi sulle nostre reazioni e focalizzarle, per poi essere in grado di deviarle.
- Focalizza le tue paure, sono davvero motivate? Pensare che una platea, o i colleghi possano alzarsi e tirarvi pomodori è realistico? Pensare che vi possano cadere gli slides? Che ne dite di raccoglierli? I nostri interlocutori non sono nemici.
- Non siamo i più severi critici di noi stessi.
- Dress for success. Un abbigliamento consono alla situazione, comodo e confortevole vi farà sentire a proprio agio.
- Non memorizzare! Ridurre il discorso a parole chiave aiuterà a non incastrarvi e ad essere più naturali e tranquilli.
- Accompagnarsi con aiuti visivi, servono a distogliere l’attenzione su di te e a suggerirti il passo successivo.
- Pensa positivo.
Respirare con il diaframma – inspirazione, pancia in fuori e viceversa – aiuta a rilassarsi e mantenere la concentrazione. Immaginarsi in una situazione di successo, con una platea che annuisce entusiasta vi caricherà. Ricordiamo che sono i pensieri a creare i comportamenti e quindi le emozioni. Se visualizzerai te stesso vincente, sarai un vincente!