L’atteso piano di integrazione di Porsche in Volkswagen è infine andato in porto. L’accordo segna un importante momento per entrambe le società, da mesi al centro dell’attenzione degli analisti per un possibile rafforzamento della loro unione, che aveva anche interessato alcuni protagonisti esterni come gli investitori dal Qatar. Il patto segna anche la fine del regno di Wendelin Wiedeking, per anni a capo di Porsche e dichiaratamente intenzionato a compiere una scalata impossibile per conquistare Volkswagen.
L’integrazione del grande gruppo tedesco con Porsche consentirà ai due produttori di automobili di rafforzare la propria presenza su scala globale, dando vita a nuove tipologie di collaborazione sia sul fronte della produzione che della vendita degli autoveicoli. L’accordo da poco approvato consentirà inoltre a Porsche di ridurre sensibilmente il proprio debito, stimato dagli analisti intorno ai 10 miliardi di Euro. L’integrazione della casa produttrice di autovetture sportive di lusso sarà graduale e porterà progressivamente alla fusione con Volkswagen.
L’approvazione del piano sancisce un passaggio importante, ma è solamente l’inizio di una lunga fase di transizione nella quale i protagonisti cercheranno di coniugare i propri interessi con quelli comuni legati al nuovo corso industriale. Il prossimo 13 agosto, ha precisato l’amministratore delegato di Volkswagen Marting Winterkorn, il consiglio di amministrazione della società si riunirà nuovamente per mettere a punto i dettagli del progetto di integrazione con Porsche, che dovrebbe rimanere comunque la principale azionista di Volkswagen.
Le novità provenienti dalla Germania implicano anche un sostanziale riassetto negli equilibri interni dell’azionariato delle due società automobilistiche. L’Emirato del Qatar, attraverso la propria struttura di investimenti Qatar Investment Authority, entrerà con una quota pari a circa 17 punti percentuali in Volkswagen divenendo così uno dei principali azionisti. L’indiscrezione è giunta da Christian Wulff, Governatore del Land della Bassa Sassonia, interessato istituzionalmente in prima persona sul fronte del piano di integrazione tra Volkswagen e Porsche. Il Land tedesco detiene infatti una quota di minoranza nel gruppo automobilistico.
Salvo cambiamenti di programma o diverse decisioni nel corso del mese di agosto, il Qatar diventerà dunque il tezo grande azionista di Volkswagen dopo Porsche, che con il suo 51% di titoli e il 20% in opzioni rimane uno dei principali azionisti della casa tedesca. Qatar Investment Authority potrebbe inoltre aumentare ulteriormente il proprio peso attraverso l’acquisizione di una partecipazione anche in Porsche.
Difficile immaginare con precisione i prossimi scenari per le due società tedesche in procinto di unire ulteriormente le proprie forze. Al momento l’unico dato certo rimane il significativo abbandono di Wendelin Wiedeking, il manager che riuscì a risollevare le sorti di Porsche nella seconda metà degli anni Novanta, riportando la società in attivo quando era ormai a un passo dalla bancarotta.
Incentivato dal nuovo periodo d’oro di Porsche, a partire dal 2005 Wiedeking ha investito buona parte della liquidità della società per acquistare quante più azioni possibile di Volkswagen e tentare così la scalata al colosso tedesco dell’auto. Ma a causa della crisi e di scelte finanziarie poco oculate, il vento è cambiato rapidamente travolgendo la strategia di Wiedeking e portando Porsche a un indebitamento da diversi miliardi di Euro. Una situazione divenuta insostenibile e fonte di numerosi scontri tra le due famiglie proprietarie del marchio Porsche, i Piech e i Porsche, mentre all’orizzonte si profilava l’ipotesi di ottenere nuovi fondi dal Qatar.
Le dimissioni di Wiedeking sono in questo senso figlie di una certa finanza fuori controllo degli ultimi anni, una delle principali cause dell’attuale crisi economica su scala globale. Porsche ripartirà ora dal manager Michael Macht, chiamato a dirigere la società e a gestire al meglio l’integrazione con Volkswagen un tempo tanto osteggiata.