Inflazione ferma a zero nel mese di luglio. La stima, non ancora del tutto definitiva, giunge direttamente dall’Istituto Nazionale di Statistica e fotografa una situazione storicamente rara, verificatasi l’ultima volta circa 50 anni fa. La variazione è nulla rispetto allo scorso giugno, quando il dato percentuale si era attestato intorno agli 0,5 punti percentuali, e rispetto al medesimo mese dell’anno scorso.
Tale particolare si riflette dunque sull’Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) che ha registrato nel mese di luglio una variazione pari a -1,2% rispetto alla precedente mensilità e una variazione su base annua di appena 0,1 punti percentuali. L’IPCA era pari a 137,8 nel luglio del 2008, dato identico a quello rilevato quest’anno nel medesimo mese.
«Sulla base dei dati finora pervenuti, gli aumenti congiunturali più significativi dell’indice per l’intera collettività si sono verificati per i capitoli Trasporti e Ricreazione, spettacoli e cultura (più 0,4 per cento per entrambi), Altri beni e servizi (più 0,2 per cento)» scrive l’Istat nel breve rapporto da poco diffuso online. Il comparto Abbigliamento e calzature ha invece fatto registrare una variazione nulla all’interno dell’Indice dei prezzi al consumo. Un dato che dimostra i recenti effetti della crisi economica sul settore, tradizionalmente solido e relativamente stabile nel nostro paese.
L’Istat ha inoltre registrato alcune variazioni negative all’interno dell’indice in particolari comparti come Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-0,6%) e Prodotti alimentari e bevande analcoliche (-0,4%). In lieve diminuzione anche i prezzi al consumo dei servizi sanitari e le spese per la salute, attestatesi a -0,2%.
Aumenti tendenziali significativi nell’Indice dei prezzi al consumo sono stati riscontrati nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi ( 2,8%), Altri beni e servizi (2,6%) e nel comparto Istruzione a quota 2,2%. Nulla la variazione tendenziale per il capitolo Comunicazioni, che non vede dunque né aumentare né diminuire i propri valori di riferimento all’interno dell’indice stilato dall’Istat.
Infine, si sono rivelate marcate le variazioni tendenziali negative in due principali comparti. Nei Trasporti la diminuzione si è attestata intorno ai 4,5 punti percentuali, mentre nell’area Abitazione, acqua, elettricità e combustibili ha raggiunto -2,3%.
I dati sull’inflazione per la prima volta pari a zero dopo decenni di altalena sono stati accolti positivamente dalle associazioni dei consumatori, tradizionalmente in prima linea sul fronte del controllo dei prezzi al consumo. L’Adiconsum ha però invitato operatori e consumatori a valutare sia i pro che i contro della proiezione recentemente fornita dall’Istat: «Abituati per molti anni ad aumenti, l’inflazione zero rappresenta certamente un dato positivo per il potere d’acquisto, ma non per tutti. Infatti, occorre tener conto che per molte famiglie il reddito disponibile è inferiore al passato per la cassa integrazione, la perdita del posto o per la perdita di quell’integrativo al reddito proveniente dal lavoro nero. L’inflazione zero è tuttavia una conferma della recessione in atto».
E una ulteriore conferma sugli effetti della crisi sull’economia reale giunge anche dai dati sull’occupazione da poco diffusi dall’Unione Europea. Nell’area dell’Euro il tasso di disoccupazione ha raggiunto quota 9,4% nel mese di giugno a fronte dei 7,5 punti percentuali registrati nel medesimo periodo nel 2008. Si tratta del dato più altro registrato nel corso degli ultimi 10 anni. Nell’Europa dei 27 la cifra sulla disoccupazione ha sfiorato invece quota 8,9% rispetto ai 6,9 punti percentuali del giugno 2008.