Tempi difficili per Ruper Murdoch e la sua News Corp. La celebre società ha fatto registrare perdite pari a 203 milioni di dollari nel corso dell’ultimo trimestre, principalmente a causa di una sensibile contrazione degli introiti derivanti dalle inserzioni pubblicitarie. Il dato è dunque ben distante dagli 1,13 miliardi di dollari di reddito netto realizzati nel medesimo periodo dello scorso anno.
I venti gelidi della crisi si sono abbattuti su News Corp. condizionandone fortemente le prestazioni sul fronte finanziario. La sensibile riduzione degli introiti derivanti dall’advertising ha coinvolto non solo i media tradizionali come televisione e quotidiani (la società controlla tra gli altri Sunday Times, New York Post e Wall Street Journal), ma anche il comparto online con cali significativi sia per il social network MySpace che per i siti web di informazione e intrattenimento.
In un quadro complessivamente negativo, si è comunque distinto il comparto legato alla televisione via cavo. In questo specifico settore, News Corp. è riuscita a registrare un sensibile aumento del reddito operativo, passato dai 313 milioni di dollari del 2008 agli attuali 434 milioni di dollari. Per il solo canale televisivo di informazione Fox News, il reddito operativo è dunque aumentato di circa 50 punti percentuali.
L’area legata ai quotidiani di News Corp. ha invece fatto registrare una sensibile riduzione portandosi dai 167 milioni di dollari del 2008 agli attuali 96 milioni di dollari in termini di reddito operativo. L’anno fiscale si conclude dunque con una riduzione pari a 320 milioni di dollari nel comparto, un duro colpo per una delle aree maggiormente strategiche per la società.
Ed è proprio la riduzione degli introiti nel comparto legato all’informazione online a destare il maggiore interesse da parte di Rupert Murdoch. A margine della presentazione dei dati sull’andamento economico di News Corp., il magnate australiano ha nuovamente ventilato l’ipotesi di apportare alcuni cambiamenti agli attuali modelli di business per aumentare i ricavi derivanti dai portali informativi sul Web. «Il tumultuoso cambiamento senza precedenti che sta colpendo l’intero comparto dei media, particolarmente dei giornali e delle emittenti televisive, non può essere ignorato. La rivoluzione digitale ha aperto molte nuove possibilità di distribuzione, ma non ha reso i contenuti gratuiti» ha dichiarato Murdoch, confermando la propria intenzione di rendere l’accesso ad alcuni siti web di News Corp. a pagamento per compensare i minori introiti dell’advertising.
Il nuovo modello di business, probabilmente al debutto nel corso del nuovo anno fiscale, prevede un sistema simile a quello già messo in campo per il blasonato Wall Street Journal. Il famoso quotidiano economico fornisce infatti buona parte dei propri contenuti online a pagamento, condizione che non ha permesso al portale di aumentare sensibilmente il proprio bacino di utenti, ma che ha consentito di rendere marginali gli effetti dei chiari di luna legati all’andamento dell’advertising.
Il medesimo modello dovrebbe essere dunque esteso alla maggior parte dei siti web della società, consentendo così a News Corp. di aprire una nuova via di ricavo parallela a quella ondivaga della pubblicità online. Tale strategia, presa in considerazione anche da altri protagonisti dell’informazione sul Web come il New York Times, potrebbe però portare a una sensibile riduzione dei visitatori, ormai abituati a reperire gratuitamente le notizie online.
Parte delle perdite in termini di utenza potrebbe essere recuperata attraverso l’ipotizzato accordo per la distribuzione dei contenuti di News Corp. sugli ebook reader di Sony. Stando alle prime indiscrezioni, Rupert Murdoch sarebbe infatti intenzionato ad abbandonare Kindle e l’attuale alleanza con Amazon per stringere un nuovo patto in esclusiva con la società giapponese. I termini dell’accordo potrebbero infatti rivelarsi più vantaggiosi e potrebbero consentire al magnate australiano di distribuire i propri contenuti su più modelli di ebook reader su scala globale.
L’ipotetico accordo con Sony, ormai nell’aria da alcuni giorni, potrebbe rivelarsi utile per estendere ulteriormente le possibilità di fruizione dei contenuti prodotti dai siti di informazione di News Corp., ma difficilmente riuscirebbe a compensare la prevista riduzione di utenti causata dalla nuova politica a pagamento. Nonostante se ne parli ormai da più di un anno, il numero di quotidiani che richiedono un abbonamento agli utenti per l’accesso ai loro articoli è ancora marginale.