Prendo spunto da Managing Oneself, magistrale articolo scritto da Peter F. Drucker e ripubblicato di recente nella serie dei Classici della “Harvard Business Review”, progetto editoriale curato dal Gruppo Il Sole 24 ORE.
Un manager efficace deve puntare a raggiungere risultati ottimali offrendo performance di elevato livello per l’azienda e l’organizzazione in cui lavora. Allo stesso tempo applicare sistematicamente un processo di autoanalisi su se stesso per scoprire tutte le potenzialità che favoriranno la sua crescita individuale.
La prima domanda da porsi è: «Quali sono i miei punti di forza?». Le persone spesso si concentrano ad osservare le proprie debolezze piuttosto che capire quali sono i loro punti di forza per poi svilupparli. Inoltre è molto più faticoso passare dall’incompetenza alla mediocrità che passare da buone performance ad eccellenti. Capire le aree nelle quali si può migliorare, acquisendo nuove competenze con lo studio e l’aggiornamento professionale, permette di fare rapidi progressi. Molto utile è l’analisi del feed-back rispetto ai lavori svolti e in progress, che se effettuate su periodi prolungati (12/16 mesi), fa capire se la direzione intrapresa in un lavoro o progetto è quella giusta.
Per essere efficaci bisogna capire come apprendiamo e qual è il nostro metodo di lavoro, due pratiche strettamente collegate; infatti l’acquisizione di conoscenze teoriche ha senso se è applicata con continuità nel lavoro quotidiano. Alcuni lavoratori imparano ascoltando, altri leggendo, scrivendo o facendo pratica; sfruttare anche questa consapevolezza è fondamentale per raggiungere performance soddisfacenti. Personalmente imparo scrivendo e facendo, ciò mi ha aiutato ad affinare il mio metodo di lavoro, e a capire quali sono i lavori più idonei per il mio carattere e stile di vita.
Definire il proprio metodo di lavoro è importante quanto l’apprendimento. Alcune persone preferiscono lavorare in solitudine e altre in team, alcune in aziende di piccole dimensioni e altre in multinazionali, c’è poi chi preferisce essere un consulente piuttosto che un decisore. Se si comprendono a fondo queste caratteristiche, sarà più semplice trovare il lavoro adatto in cui si riesce meglio.
Quali sono i miei valori? Possedere, seguire e diffondere dei valori è una grande consapevolezza per un manager che cerca aziende, organizzazioni e persone con cui intessere rapporti professionali costruttivi. Lavorare in un’organizzazione il cui sistema di valori è incompatibile con il proprio causa situazioni di forte stress e condanna al fallimento.
Un buon allineamento fra i valori aziendali e quelli di un manager, favorisce invece le performance e facilita la gestione delle relazioni con i colleghi, elemento importante per creare un clima positivo e di reciproca fiducia. Queste premesse sono semplici spunti di riflessione, ma penso molto utili per scoprire la propria vocazione professionale e collocarsi al meglio nel mondo del lavoro, un luogo dove è possibile raggiungere la piena realizzazione professionale ed anche umana.
«Le carriere di successo non vengono pianificate; si sviluppano quando gli individui sono pronti a cogliere le opportunità perché conoscono i propri punti di forza, il proprio metodo di lavoro e i propri valori», afferma Drucker nel suo articolo, esemplificando l’importanza della conoscenza di se stessi per essere efficaci in azienda e vivere una vita positiva.