Marcegaglia e Bonanni: opportuna riduzione strutturale delle imposte

di Emanuele Menietti

21 Settembre 2009 15:00

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Con sfumature diverse, sia Confindustria che Cisl spingono per una serie di provvedimenti da inserire in finanziaria per ridurre l'attuale carico fiscale su imprese e lavoratori

Sta per entrare nel vivo l’esame della manovra finanziaria per il 2010. In attesa delle prime decisioni in merito previste per domani da parte del Consiglio dei Ministri e del tavolo di lavoro fra governo e parti sociali, il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e il suo vice Alberto Bombassei hanno incontrato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. A margine dell’incontro, Bonanni ha fornito alcune anticipazioni sulle richieste che il suo sindacato intenderà muovere al governo nel corso delle prossime ore.

Il segretario della Cisl ha sottolineato l’importanza di riconfermare lo stanziamento delle risorse per gli ammortizzatori sociali destinati ai lavoratori, condizione necessaria per scongiurare un avvitamento della crisi specialmente tra le classi più deboli e meno tutelate. «Non possiamo lasciare nessuno senza reddito e fuori dal lavoro […], bisogna continuare a sostenere i finanziamenti per la cassa integrazione in deroga» ha dichiarato Bonanni, mettendo in evidenza una delle principali richieste che le parti sociali muoveranno al governo in vista della manovra finanziaria.

Il primo rappresentante della Cisl ha in seguito affrontato il delicato tema legato alla tasse e alle imposte. Per Bonanni, infatti, l’azione sul fronte dell’emergenza redditi e occupazione potrà essere completa ed efficace solamente se sarà affrontato il problema degli attuai livelli di tassazione, che vanno a incidere principalmente su due specifiche categorie «i lavoratori ed i pensionati: gli unici a pagare le tasse». Un minore prelievo fiscale potrebbe rilanciare i consumi delle due categorie citate dal segretario del sindacato, ma potrebbe rendere più difficoltosa la complessa gestione del debito pubblico.

«Con Bonanni abbiamo fatto il punto rispetto alla finanziaria e, ovviamente, abbiamo parlato anche dei contratti in corso, in particolare quello degli alimentaristi, che proprio in queste ore è in discussione» ha dichiarato Emma Marcegaglia, confermando l’impegno di Confindustria sul fronte dell’ascolto delle parti sociali e delle istanze da presentare al governo per la manovra economica per il 2010. La presidente degli industriali ha poi ricordato come una detassazione delle tredicesime, ipotesi ventilata nel corso degli ultimi giorni, non potrebbe risolvere in maniera significativa gli attuali problemi legati all’eccessivo carico fiscale sui lavoratori e le imprese.

Secondo Marcegaglia, il governo dovrebbe iniziare a valutare la possibilità di intervenire con una riduzione strutturale delle imposte sulle aziende e sul lavoro dipendente. Una misura che sembra andare nella direzione indicata anche da Bonanni, ma che potrebbe trovare non poche resistenze da parte governativa poiché l’attuale crisi lascia poco spazio di manovra.

«Continuiamo a lavorare nella gestione delle emergenze create dalla crisi. Quindi attenzione agli ammortizzatori sociali, decontribuzione dei salari e ulteriore detassazione dei salari di secondo livello. Chiediamo che vengano anche applicate le leggi che sono state già decise. Il credito di imposta per la ricerca non può essere bloccato, così come il credito di imposta per il Sud deve andare avanti. Nello stesso tempo chiediamo, per quanto riguarda il medio termine, che si ritorni a parlare di riforme» ha poi aggiunto Emma Marcegaglia, indirizzando direttamente il proprio appello al governo.

Richieste circostanziate alle quali la manovra finanziaria dovrà cercare di dare risposta, o almeno questo è l’auspicio di Confindustria e parte della realtà sindacale. Stando alle prime indiscrezioni, la finanziaria al vaglio del governo dovrebbe essere una manovra relativamente leggera destinata ad arricchirsi di nuovi capitoli durante la discussione parlamentare, compatibilmente alla risorse messe a disposizione. Nella manovra dovrebbero entrare da subito alcune agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni, talune detrazioni e nuove norme previdenziali. Molto potrebbe essere invece rimandato a una “fase due”, da mettere in atto solo in seguito ai primi dati sull’andamento dell’operazione scudo fiscale e sulla progressiva ripresa dell’economia.