Ikea non ci sta. La società svedese, oramai marchio noto in tutto il mondo per le proprie forniture vendute al dettaglio, non entrerà in India a causa delle normative societarie e commerciali vigenti nel subcontinente asiatico, che impediscono a una compagnia straniera di poter avere il pieno possesso delle operazioni di vendita con un unico marchio non locale.
La decisione – immaginiamo sofferta, visto e considerato che l’India è valutato trasversalmente come uno dei mercati più interessanti in termini di potenziale sviluppo – blinda pertanto i piani di crescita che Ikea aveva già preparato per il Paese, area nella quale è attualmente impossibile operare nel settore della vendita al dettaglio attraverso un proprio marchio, e prescindendo da un’alleanza con un partner locale.
Di contro, però, l’India rinuncerà a circa 1 miliardo di dollari di investimenti, che il gruppo svedese, stando a quanto annunciato alla stampa nazionale, aveva già messo in budget per i prossimi anni. A questi andrebbero aggiunti simili dietro-front da parte di altre compagnie di diversi settori, che stanno lasciando crescere nel Paese un fronte favorevole ad una prossima modifica della normativa.
A tal proposito, la stessa compagnia ha aggiunto che l’India costituisce ancor oggi uno dei mercati con il maggiore potenziale a medio e lungo termine attualmente esistenti, e che per tale motivo la società si impegnerà a compiere delle pressioni affinché le attuali regole vengano parzialmente corrette.
Ikea ha anche aggiunto che, qualora la futura legislazione consentirà l’effettuazione di investimenti diretti esteri attraverso la piena proprietà di un marchio straniero che si possa rivolgere direttamente agli acquirenti indiani, riconsidererà la propria posizione nei confronti del subcontinente, valutando nuovamente un possibile ingresso.