Virgin prepara il debutto nel settore bancario britannico

di Emanuele Menietti

3 Novembre 2009 14:10

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Il magnate Richard Branson conferma: Virgin sarà anche una banca. Il nuovo istituto di credito sarà testato in Gran Bretagna e successivamente esportato in altri paesi, Italia compresa

Compagnia aerea, etichetta discografica, compagnia telefonica, società editrice, produttrice di bibite e ora anche banca. Sembrano non conoscere limiti le declinazioni di business concepite dal magnate Richard Branson per il proprio marchio Virgin. Dopo aver occupato numerosi ambiti del mercato, il tycoon britannico è ora determinato a imporre il proprio brand anche nel settore del credito, lanciando una nuova banca in Gran Bretagna.

«Metteremo a punto la nuova banca il prossimo anno, tra i mesi di gennaio e febbraio. Potremmo anche acquistare alcuni asset delle banche nazionalizzate» ha dichiarato Branson, facendo esplicito riferimento a quegli istituti di credito fortemente colpiti dalla crisi economica e sopravvissuti grazie agli incisivi, e onerosi, interventi statali nel Regno Unito. «I consumatori UK dovrebbero accogliere con favore l’apertura di una nuova banca» ha poi aggiunto il multimiliardario, confermando il proprio interesse per il mercato britannico.

L’annuncio dell’imminente apertura di una banca del gruppo Virgin giunge ad alcuni giorni di distanza dalle ultime dichiarazioni del Governo britannico, che aveva sottolineato la necessità di rilanciare la concorrenza entro i confini nazionali tra le banche, per assicurare un futuro maggiormente solido agli istituti di credito e scongiurare nuovi gravi dissesti. Un invito colto da Richard Branson, interessato a testare le opportunità offerte dalla creazione di una nuova banca.

In tal senso, la Gran Bretagna costituirà una sorta di laboratorio per verificare la bontà delle strategie messe in campo da Virgin e la risposta dei consumatori, alla ricerca di maggiori certezze e assicurazioni dopo le brutte soprese causate dai titoli tossici e dalla crisi. Terminata una prima fase conoscitiva, i servizi bancari di Virgin potrebbero essere estesi ad altri paesi, tra i quali l’Italia, come confermato dallo stesso Branson: «L’idea di creare una Virgin Bank c’è. La sperimenteremo prima sui britannici poi, se funziona, la espertoremo».

Maggiori dettagli sulla nuova banca saranno forniti dai responsabili del gruppo a inizio 2010, ma già si parla di possibili acquisizioni per poter fare affidamento in tempi brevi su un valido bacino di utenti in Gran Bretagna. Virgin potrebbe essere interessata ad alcuni asset di RBS, Lloyds e Northern Rock, istituti di credito aiutati dal governo britannico per evitare il fallimento e ora stretti dalla necessità di vendere alcune attività per rispondere alle richieste dell’Unione Europea. Bruxelles, infatti, ha più volte indicato la necessità di vendere alcuni asset per assicurare una concorrenza equa nel sistema bancario nonostante le iniezioni di denaro da parte del pubblico.

Stando alle prime indiscrezioni, la divisione finanziaria del gruppo di Branson – Virgin Money – potrebbe essere interessata ad alcuni dei principali asset di Northern Rock. I rami societari oggetto di scorporo potrebbero essere acquisiti per fornire una buona base di partenza per la nuova banca. Tuttavia, secondo alcuni analisti, il gruppo Tesco potrebbe ostacolare i piani di Virgin. La celebre catena di supermercati è infatti interessata all’acquisizione degli asset di Northern Rock, una condizione che potrebbe rallentare il lancio di Virgin Bank o rendere più difficoltosa la conquista di alcuni asset strategici.

Il sistema di servizi finanziari Virgin Money è già attivo da diversi anni nel Reno Unito. La società offre carte di credito, assicurazioni e fondi comuni d’investimento. Secondo le ultime stime, Virgin Money amministra circa 2,5 miliardi di sterline (2,78 miliardi di Euro) in fondi, compreso il Virgin Climate Change Fund. Salvo cambiamenti di programma, la divisione del gruppo Virgin dovrebbe ricevere entro un tempo massimo di sei mesi l’autorizzazione da parte della Financial Services Authority britannica per la realizzazione della nuova attesa banca.