I paesi dell’Unione Europea iniziano a vedere i primi sprazzi di sereno dopo i tempi bui della crisi. A rivelarlo è il forecast 2009 – 2011 dell’UE, che indica per il breve periodo una lenta e graduale ripresa dell’economia. Il ritorno in territorio positivo del Prodotto interno lordo interesserà tutte le principali economie dell’Unione, Italia compresa, e si verificherà nel corso del prossimo anno, il primo grande banco di prova per testare il sistema europeo dopo la recessione.
«L’attuale recessione si è rivelata la più profonda, la più lunga e la più diffusa recessione nella storia dell’Unione Europea. È prevista una caduta del Pil pari al 4% nel 2009 sia nell’UE che nell’area Euro. La perdita complessiva ammonta al 5% circa poiché la recessione è iniziata nel secondo trimestre del 2008. Tale dato è tre volte tanto rispetto alla perdita media registrata nel corso delle tre precedenti recessioni. Tutte le economie sono state colpite dalla crisi, negli Stati membri di maggiori dimensioni la contrazione per il 2009 oscilla tra il 2% della Francia e il 4,5% – 5,5% della Germina, dell’Italia e del Regno Unito» scrivono gli analisti dell’Unione nel rapporto da poco diffuso.
Per l’Italia, le previsioni d’autunno dell’Unione Europea ipotizzano il ritorno a una crescita moderata dopo i dati non esaltanti registrati nel corso degli ultimi mesi. Salvo particolari scossoni, il Prodotto interno lordo italiano dovrebbe chiudere il 2009 a quota -4,7% a fronte del -1% dello scorso anno e degli 1,6 punti percentuali del 2007, quando la crisi era ancora relativamente lontana. L’andamento negativo, secondo l’UE, dovrebbe interrompersi già nel corso del prossimo anno con un ritorno in territorio positivo del Pil. Il 2010 dovrebbe chiudersi intorno a un promettente 0,7%, mentre per il 2011 il Pil dovrebbe raddoppiare toccando quota 1,4%.
Il debito pubblico molto alto rimane, secondo l’UE, uno dei principali problemi legati all’economia italiana e un ostacolo a una ripresa più rapida del sistema: «Quando inizierà la ripresa dall’attuale momento di crisi, le debolezze strutturali, come l’alto debito pubblico, continueranno a pesare sull’economia italiana». Gli autori del rapporto invitano dunque l’Italia ad affrontare tali debolezze, mettendo in campo nuove politiche tese ad arginare il debito e la crescita della spesa pubblica, condizioni necessarie per preparare al meglio la strada verso una genuina e stabile ripresa.
Secondo il rapporto, il debito pubblico italiano sarà quest’anno pari al 114,6% del prodotto interno lordo. Una cifra considerevole inserita in una progressione che testimonia la costante crescita del debito. Per il 2010 l’incremento sul Pil sarà pari a 116,7 punti percentuali e nel 2011 toccherà quota 117,8%. Cifre distanti dalle attese ufficiali italiane stimate intorno al 115,1% nel 2009 e al 117,3% nel 2010.
Salvo particolari cambiamenti nel corso degli ultimi due mesi dell’anno in corso, i volumi dell’export in Italia si attesteranno entro fine 2009 intorno a quota -20%. La minore domanda esterna ha portato a un rallentamento nella produzione di beni e servizi con conseguenze pesanti anche sul fronte occupazionale. Il tasso di disoccupazione per l’intero 2009 viene stimato intorno al 7,8% e sarà destinato a crescere nel corso del 2010 fino a quota 8,7%, dato percentuale previsto anche per il 2011.
Nell’Unione, l’occupazione diminuirà di oltre 2 punti percentuali nel corso di quest’anno, e di un ulteriore punto percentuale durante il 2010. Il mercato del lavoro dovrebbe poi iniziare a stabilizzarsi a cavallo tra il 2010 e il 2011, quando la ripresa si sarà ormai consolidata. «Anche le finanze pubbliche sono state colpite duramente. Si stima che quest’anno il disavanzo pubblico triplicherà nell’Unione europea (raggiungendo quasi il 7% del PIL rispetto al 2,25% del 2008) e nel 2010 continuerà a salire fino a raggiungere il 7,5% circa. Questo deterioramento deriva in parte dal funzionamento degli stabilizzatori automatici e dalle misure discrezionali adottate a sostegno dell’economia ma rispecchia anche un calo delle entrate più forte del previsto a seguito del rallentamento economico. Il disavanzo scenderà leggermente al di sotto del 7% del PIL nel 2011, con la ripresa dell’attività e la conclusione delle misure temporanee. Tuttavia il rapporto debito/PIL continuerà ad avere un andamento crescente» scrivono gli autori del rapporto.
Nonostante i primi segnali di ripresa, le prospettive rimangono ancora incerte e soggette ai rischi e alle insidie che la crisi potrebbe ancora riservare per i paesi europei. Nella conclusione delle proprie previsioni, l’UE sottolinea la necessità di mettere in campo misure politiche nuove, tese a migliorare la fiducia e a risanare in maniera omogenea il settore finanziario. Tali strategie, combinate a un forte rilancio della domanda, potrebbero accelerare i tempi della ripresa rendendola anche più vigorosa. I tempi difficili non sono ancora finiti, ma i primi segnali di rilancio iniziano a diffondere un poco di ottimismo.