In un’epoca come la nostra, segnata dalla assoluta parità tra uomo e donna, tramontano le commesse, gentili, cortesi e sempre al servizio del cliente e subentra il commesso: uomini e ragazzi che sanno gestire, con gli stessi requisiti delle colleghe di una volta, l’attività di vendita all’interno di un negozio. Anche i ragazzi, infatti, sono attratti da questa professione e tale interesse non è un caso, visto che il ruolo non ha aperto le porte ad entrambi i sessi, ma anche ad interessanti prospettive di carriera. I commessi e le commesse che fanno carriera nella gestione delle vendite, possono diventare degli store manager.
Questa figura coincide con quella del responsabile di negozio, tradizionalmente presente all’interno dei punti vendita di grandi catene commerciali. La richiesta di store manager è lievitata negli ultimi anni proprio con la crescita dei punti vendita, ma anche della GDO (grande distribuzione organizzata). Lo scorso anno, secondo i dati di Federdistribuzione, il settore ha registrato un fatturato di oltre 106,8 milioni di euro, con una quota di mercato occupata, per il 48%, da negozi tradizionali, per il 15 % da negozi diversi ( outlet compresi) e per il 36% dalle grandi catene commerciali (ipermercati e supermercati, grandi magazzini e grandi superfici commerciali).
In un quadro così incoraggiante non poteva mancare la necessità dei punti vendita di dotarsi di addetti altamente qualificati, in grado di capire le esigenze della clientela e di farla ritornare nuovamente ad acquistare presso lo stesso negozio. Il commesso del terzo millennio, diventato store manager, come ogni responsabile e dirigenti che si rispetti, deve, infatti, avere un occhio attento al cliente ed un altro, attento, ma molto attento, al profitto ed al relativo incremento delle vendite.
Deve avere spiccate capacità di marketing e di fidelizzazione del consumatore. Generalmente ha affinato queste attitudini attraverso esperienze prestate di vari punti vendita; ha acquisito conoscenze specifiche, sia teoriche che pratiche, in comunicazione, marketing gestionale ed inventario di negozio. Il suo ruolo è molto delicato, perché deve saper bilanciare le esigenze del consumatore con quelle degli obiettivi aziendali, logicamente legati alla massimizzazione del profitto.
Il cliente attuale dispone di molte informazioni sui prodotti cercati e di molte opzioni di acquisto. Offerte e promozioni speciali permettono al consumatore di trovare ciò che vuole, dove e quando vuole. Soddisfare le sue richieste in termini di rapporto qualità/prezzo del prodotto e stimolarlo ad acquistare presso lo stesso punto vendita è una sfida difficile da superare, soprattutto per la presenza di competitor sempre più agguerriti, ma per lo store manager capace di riuscirci, non mancheranno le gratificazioni morali e retributive.
La sua busta paga oscillerà dai 1250 euro di una carriera agli inizi agli oltre 1700, di quella più consolidata, oltre ai premi di produzione legati al raggiungimento degli obiettivi aziendali. La base del successo dello store manager di talento è anzitutto accertarsi che il prodotto sia presente nel punto vendita. Ecco perché conoscenze in materia di inventario, gestione delle scorte, degli ordini e del magazzino, sono indispensabili per evitare “la gaffe” di non far trovare al cliente il prodotto richiesto.
Lo store manager è anche responsabile del coordinamento degli addetti alla vendita, deve verificare che trattino i clienti con rispetto, gentilezza e cortesia, supervisionare i vari reparti e coordinarsi con le direttive aziendali, per applicare una politica gestionale che rappresenti gli standard prefissati. Ma ll suo compito non finisce qui. Nell’esercizio della sua leadership, lo store manager può farsi promotore di strategie promozionali di vendita, ma anche di programmi di training che formino e motivino lo staff alla piena soddisfazione del cliente nel rispetto delle politiche di marketing del negozio. Tutto questo può fare dello store manager un responsabile delle vendite a 360°, non solo un ex commesso, ma molto di più.