«Lo Stato ci deve 500 milioni. A fine settembre, la Fiat doveva avere 400 milioni, che diventeranno 500 alla fine dell’anno». L’annuncio era stato formulato direttamente da Sergio Marchionne, amministratore delegato della società torinese, la scorsa settimana, destando particolare attenzione da parte degli operatori del settore. A distanza di alcuni giorni dalle dichiarazioni di Marchionne, l’Agenzia delle Entrate sarebbe ormai pronta a mettere in campo una serie di iniziative per risolvere il caso e rispondere alle istanze di Fiat.
«Ogni vettura in Italia la vendiamo sottocosto. Il grande aiuto ce lo stiamo dando noi. […] Siamo l’unica eccezione al sistema europeo. Nel 2004 eravamo disastrati e non abbiamo mai chiesto aiuto a nessuno. Non abbiamo chiesto una lira al ministro Tremonti» aveva aggiunto Marchionne a margine di un incontro della Camera di Commercio italo-svizzera a Zurigo, sottolineando la necessità di ottenere i crediti d’imposta dallo Stato entro la fine dell’anno in corso per equilibrare conti e bilanci.
Per dare vita agli incentivi per l’acquisto delle auto, Fiat anticipa ai concessionari gli importi relativi e solo in un secondo momento provvede alla compensazione della cifra anticipata attraverso un modello “F24” per ottenere uno sconto di imposta. A causa dell’alto volume di incentivi registrato durante l’anno «la Fiat non è riuscita finora a smaltire l’intero ammontare dei crediti d’imposta accumulati. La questione è a questo punto di competenza dell’agenzia delle Entrate» hanno spiegato gli esperti del Ministero dello Sviluppo economico.
Stando alle prime informazioni, l’Agenzia delle Entrate sarebbe al lavoro per mettere a punto una soluzione totalmente amministrativa per i crediti vantati dal Lingotto. Una iniziativa tesa a evitare specifici provvedimenti legislativi e dunque di più rapida attuazione. Secondo Il Sole 24 Ore: «La Fiat potrà estendere alle società “connesse con la produzione di autovetture” la compensazione, attraverso i crediti d’imposta, delle spese anticipate per gli incentivi all’acquisto di nuove auto». L’iter messo a punto dall’Agenzia delle Entrate dovrebbe consentire una piena compensazione dei crediti entro la fine del 2009 o, nel caso di tempi tecnici maggiormente lunghi, entro i primi mesi del 2010.
Gli ultimi sviluppi potrebbero incidere sulla decisione da parte dello Stato di prorogare gli incentivi per l’acquisto di nuovi veicoli. Una estensione alla quale Fiat ha dimostrato di tenere particolarmente per contrastare gli effetti della crisi economica e mantenere un buon livello di vendite anche nel corso dei prossimi mesi, in attesa dell’auspicata ripresa del comparto. L’esame di un provvedimento in tal senso sarà probabilmente affidato al Parlamento durante il confronto sulla Finanziaria. Non a caso, il delicato tema è stato già dibattuto in Commissione Bilancio al Senato facendo anche seguito alle posizioni del ministro Claudio Scajola, che nei primi giorni di ottobre aveva ventilato la possibilità di una proroga per gli incentivi.
Non vi sono ancora conferme in merito, ma il cosiddetto pacchetto Scajola, la cui entità è stimata intorno agli 800 milioni di Euro e che comprende gli eco-incentivi, la rottamazione di alcune classi di veicoli a motore e il credito d’imposta per la ricerca, potrebbe essere oggetto di un decreto di fine anno scollegato da altri provvedimenti. Una ipotesi che consentirebbe al Ministero dell’Economia di attendere i dati sull’andamento degli ultimi mesi del 2009 prima di dare il proprio via libera definitivo.
Le prime proiezioni del Ministero dello Sviluppo Economico mettono, del resto, in evidenza una buona prestazione del mercato dell’auto. Grazie agli incentivi, le vendite nel 2009 si sono mantenute su livelli paragonabili a quelli del 2008 con circa 2,1 milioni di unità vendute. Un dato distante dalla flessione del 30% prevista a inizio anno sulla base delle prestazioni nel primo trimestre.