Guidare un’azienda e dirigere un’orchestra. Il paragone non è di certo azzardato, e del resto solo qualche anno fa, anche l’inventore delle teorie di management contemporanee Peter Drucker, sottolineava l’importanza di coordinare i diversi componenti all’interno di un’impresa, proprio come in un’orchestra, per ottenere un risultato di sicuro successo.
L’idea è stata raccolta da Franco Marzo che, all’argomento, ha dedicato addirittura un libro: “Music manager: esperienza musicale e arte manageriale”. Il volume, pubblicato da Franco Angeli nel 2006, è basato fondamentalmente sul valore didattico e formativo della musica sin dai tempi più remoti.
In un mondo dove le macchine e la tecnologia possono ormai considerarsi come la “materia prima” dell’azienda, il valore differenziale è dato dall’energia e dalla passione che le persone riescono a trasferire all’impresa. Superando, dunque, la dimensione ludica del semplice ascolto, Marzo sostiene con forza la teoria che l’azienda può attingere dal mondo della musica molti valori e molte esperienze pratiche.
Traducendo in pratica questo presupposto, l’autore ha creato un vero e proprio modello formativo denominato “MusicJump” (Jump è anche il nome della società fondata con Gianfranco Parenti) cominciando ad applicarlo in azienda a partire dal 2002. «Nei nostri corsi – sostiene Marzo – la musica, la danza, il coro, sono veicoli didattici di contenuti formativi manageriali».
Secondo questo modello formativo, la metafora musica-azienda si sviluppa su tre livelli. Al primo posto c’è il ritmo che rappresenta il rapporto con il tempo e le regole, di fondamentale importanza per gestire nel modo migliore un’azienda; al secondo l’armonia intesa come la capacità di organizzarsi mettendo insieme tutte le risorse disponibili ed infine, al terzo, lo sviluppo creativo del brano, la cosiddetta melodia, paragonata alla capacità di rinnovare prodotti e servizi.
In un simile contesto, è fondamentale la facoltà di ogni ruolo di sapersi integrare con gli altri al fine di realizzare un team di successo, così come è determinante la funzione di un buon direttore d’orchestra, ovvero di un ottimo manager in grado di integrare le parti e guidare alla realizzazione del concerto-prodotto.
Un buon direttore deve essere consapevole della dignità che ogni posizione riveste all’interno del concerto-azienda, infatti, anche il più piccolo strumento, come un triangolo, può risultare decisivo. «Chi lo suona ha studiato dieci anni di conservatorio e conosce altri strumenti, ma il suo ruolo nell’ orchestra sembra minore. Invece il tempismo del suo intervento è in qualche caso ciò che completa la perfezione. È così anche in azienda: il music manager deve sapere che ogni ruolo ha una grande dignità, che può creare grande valore in un team».