Dopo aver archiviato il capitolo Magna con un nulla di fatto, non gradito dal governo tedesco, General Motors ha ribadito la propria intenzione di voler ricorrere agli aiuti statali per riorganizzare e ristrutturare la controllata Opel in Europa. Una dichiarazione di intenti che riporta di stretta attualità il delicato tema legato ai destini del celebre produttore di auto europeo, colpito dalla crisi e da alcune cause pregresse legate a scelte industriali poco efficaci per contrastare la concorrenza.
All’indomani della decisione di GM di abbandonare il piano di cessione di Opel a favore di Magna, il ministro tedesco agli Affari economici aveva escluso la possibilità di ricorrere ai contributi europei per sostenere la società in difficoltà. Nonostante le prime chiusure e lo scetticismo negli ambienti politici, la divisione europea di General Motors sembra essere determinata a non demordere. In un recente comunicato, infatti, la società ha ricordato che «La ristrutturazione di Opel per una sostenibilità nel lungo termine richiede il coinvolgimento e il sostegno finanziario di tutti gli azionisti, dei dipendenti e dei governi».
Un messaggio chiaro, diretto in primo luogo alle istituzioni europee e ai paesi del vecchio continente che ospitano stabilimenti e uffici Opel. GM mira a ottenere fondi e aiuti per risollevare la propria controllata senza gravare eccessivamente sui propri bilanci, già messi a dura prova dalla contrazione delle vendite e dalla forte crisi dell’auto negli Stati Uniti. Secondo i responsabili del colosso americano, gli aiuti dovrebbero essere elargiti ugualmente, come previsto fino ad alcune settimane fa nel caso di una acquisizione di Opel da parte di Magna.
«Stiamo ancora discutendo con i governi per avere un appoggio al nostro piano nello stesso modo in cui avrebbero fatto con Magna» si legge in un comunicato da poco rilasciato da GM Europe e che riflette il pensiero dei top manager della società. Affermazioni in parte in contraddizione con le dichiarazioni formulate in settimana da Edward Whitacre, presidente GM, che non aveva escluso la possibilità di provvedere in forma autonoma al rilancio di Opel, senza aiuti governativi. «Se il cancellerie Angela Merkel non sarà d’accordo con la concessione del sostegno finanziario da parte dello Stato, pagheremo con le nostre risorse finanziarie» aveva dichiarato il numero uno della società statunitense.
Parole accolte di buon grado dal ministro dell’economia tedesco, Rainer Bruederle, già orientato a non concedere specifici aiuti in seguito alla decisione di General Motors di provvedere autonomamente a Opel senza mandare in porto il travagliato accordo inizialmente messo a punto con Magna. Secondo il responsabile dell’economia tedesca è infatti «compito della casa madre, in questo caso General Motors, quello di intervenire laddove le proprie affiliate si trovino in difficoltà finanziarie».
Valutate le insistenze di GM, il ministro non ha comunque escluso del tutto la possibilità di correre in aiuto di Opel. Bruederle ha ricordato che nei momenti di crisi le società in difficoltà hanno la possibilità di chiedere un supporto, anche finanziario, da parte dello Stato per garantire un futuro a loro stesse e ai propri lavoratori. Se Opel proporrà un piano per ottenere degli aiuti «valuteremo la questione a fondo e con ampiezza di vedute e poi decideremo» ha infine aggiunto il ministro, lasciando al momento uno spiraglio aperto per la società presente in Germania con numerosi stabilimenti.