Private banking, patrimoni in crescita del 19,3%

di Barbara Weisz

15 Dicembre 2009 08:30

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È la stima di PricewaterhouseCoopers per l'Italia nel 2009. In termini assoluti, la ricchezza dei paperoni è salita di 143 miliardi, a quota 883 milioni. Il principale fattore trainante è stato lo scudo fiscale ter

Se il 2008 era stato un annus horribilis, nel 2009 è tornato a splendere il sole per i paperoni italiani. I cosiddetti HNWI, high net worth individual, nell’anno che sta per finire hanno visto la ppropria ricchezza salire del 19,3% a quota 883 miliardi di euro, dopo il calo del 10,7% registrato lo scorso anno. Lo indicano le stime di PricewaterhouseCoopers, recentemente presentate al forum dell’Aipb, l’associazione italiana private banking. Due i principali fattori di stimolo: la ripresa globale del settore, e in Italia anche la spinta costituita dallo scudo fiscale ter.

Per quanto riguarda quest’ultimo punto, Pwc stima 86 miliardi di euro rimpatriati, di cui il 60% provenienti dalla Svizzera. E questo rende lo scudo fiscale il principale motore della crescita dei grandi patrimoni, con un contributo al rimbalzo pari all’11,6%. Gli altri due fattori determinanti sono stati per 54 mld le performance, salite del 7,3%, e per tre miliardi il net inflow del settore, +0,4%. In totale, dunque, i patrimoni sono cresciuti in termini assoluti di 143 mld, a 883 appunto, dai 740 dello scorso anno. 

Sempre secondo l’analisi, i capitali rientrati in Italia saranno destinati per lo più agli intermdiari specializzati non genralisti, ovvero alle banche private. Giacomo Neri, partner PwC Advisory della Financial Services Practice, spiega che negli ultimi anni il private banking italiano «è cambiato» e «appare più maturo: non solo in termini di numero assoluto di operatori, ma soprattutto in termini di sviluppo di un business model specailizzato e della capacità di accompagnare il cliente nel processo di investimento».

Nella Penisola, sono in crescita oltre ai dati relativi alla ricchezza dei patrimoni anche quelli degli operatori del settore, con previsioni di ricavi in aumento dell’1,2% e utili dello 0,4%. Questo grazie all’ampliarsi della base clienti, a 640mila famiglie da 586mila, e delle masse, con il portaoflgio medio che sale a 1,38 milioni da 1,26.

Infine, spiega ancora Neri, i paperoni «nel 2009 ricominceranno, seppur con gradualità, ad incrementare la componente azionaria del proprio asset mix, con gli investimenti in equity che passeranno dall’8 al 10%. Si tratta di un trend positivo per il settore private data la maggior redditività di questi prodotti».

Diversa la situazione internazionale. Anche nel mondo gli HNWI sono diventati più ricchi, con un aumento del 7%, dopo il calo del 14,7% dell’anno scorso a circa 32 miliardi di euro. Il rialzo previsto per il 2009 è da ricondurre principalmente «alla ripresa dei corsi azionari». Ma l’industria continua a segnare una contrazione. con sei miliardi in meno di ricavi gli utili in flessione di quattro mld. Al forum dell’Aipb Neri ha anticipato alcuni punti salienti della survey fra i Ceo e gli alti dirigenti del settore a livello globale: «emergono con forza alcune linee guida per uscire dall’impasse della crisi: maggiore attenzione alla segmentazione della clientela, scelta dei segmenti di clientela target e attenzione maniacale alla realzione con il cliente».