Scudo fiscale verso dilatazione dei tempi

di Emanuele Menietti

15 Dicembre 2009 16:00

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Stando alle ultime indiscrezioni, il governo sarebbe intenzionato a dilatare i tempi per lo scudo fiscale fino al prossimo 30 aprile 2010. L'aliquota per il rientro dei capitali sarà riformulata

Scade con oggi la possibilità di ricorrere allo scudo fiscale per riportare in patria i fondi detenuti illegittimamente all’estero, ma il governo avrebbe già assunto la decisione di prorogare i termini dell’operazione. L’indiscrezione è stata diffusa nella giornata di oggi dalle colonne del Corriere della Sera, che avrebbe ricevuto l’informazione da alcune fonti vicine all’esecutivo. La nuova scadenza potrebbe essere fissata verso la fine di aprile estendendo dunque il periodo utile per scudare le risorse all’estero.

Secondo il quotidiano di via Solferino, la norma per l’estensione dello scudo fiscale dovrebbe essere compresa nel decreto milleproroghe del governo destinato a essere varato questo giovedì o nei primi giorni della prossima settimana. La nuova norma dovrebbe portare la scadenza al 30 aprile del 2010 modificando lievemente l’aliquota prevista per il rientro dei capitali. Dall’attuale 5% si dovrebbe passare al 6%, ma non sono esclusi rialzi maggiori intorno ai 7 punti percentuali.

«Il governo avrebbe preso questa decisione, che comunque era già nell’aria da tempo, davanti alla corsa in extremis che molti contribuenti hanno fatto in questi giorni agli sportelli degli intermediari, spesso vedendosi rifiutare la domanda perché non c’è più il tempo per chiudere tutte le pratiche, soprattutto quando si trattava di riportare alla luce posizioni finanziarie complesse» si legge nell’articolo del Corriere. Una estensione dello scudo potrebbe, secondo gli analisti, aumentare il gettito della sanatoria al momento stimato intorno ai 110 miliardi di Euro.

Una nuova fase dell’operazione potrebbe consentire a chi era rimasto tagliato fuori a causa dei limiti di tempo imposti di recuperare, portando infine a termine l’operazione di regolarizzazione dei propri conti detenuti illegittimamente all’estero. Un ritardo dettato anche da alcuni malfunzionamenti del sistema, come sottolineato da Daniele Piccolo, vicedirettore di Albertini Syz: «Negli ultimi quindici giorni dello scudo si sono concentrate due circostanze: la naturale tendenza degli italiani a fare le cose all’ultimo ed il sovrapporsi di circolari dell’agenzia delle entrate che, andando ben oltre al semplice chiarimento, hanno di fatto modificato ed ampliato alcuni passaggi». Stando alle ultime previsioni, circa il 60 – 70% dei capitali emersi sarà nella forma dei rimpatri fisici, mentre il restante 30 – 40% sarà suddiviso tra rientri giuridici e regolarizzazioni.

Sulla possibilità di una proroga dello scudo, che sarà in realtà una riformulazione dello stesso con una aliquota maggiorata, si è espresso nella giornata di oggi il direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera, ricordando come tale decisione spetti in primo luogo al governo. Sulle indiscrezioni legate a un gettito derivante dalla sanatoria superiore ai 110 miliardi di Euro il responsabile dell’Agenzia non ha fornito dettagli, affermando di non avere ancora i numeri, ma di attendersi «un regalo di Natale» in considerazione delle «segnalazioni molto buone» finora pervenute.

Infine, i rumor su una possibile riedizione dello scudo fiscale con scadenza verso la fine di aprile 2010 sembrano trovare concorde anche il comparto industriale. La conferma è giunta direttamente dalla presidente di Confindustria Emma Marcegaglia: «Una proroga con una percentuale più alta sarebbe un’opportunità. Lo scudo ha raccolto una quantità importante di risorse, che era l’obiettivo del governo». Marcegaglia ha poi sottolineato l’importanza della sanatoria come norma straordinaria da attuare in un contesto più ampio di lotta agli evasori: «Noi abbiamo sempre detto che lo scudo poteva essere un male necessario per capitalizzare anche le imprese, adesso la lotta all’evasione fiscale deve diventare più forte».