L’industria del lusso punta negli ultimi anni alla Russia e ai russi per proporre beni e servizi che possano andare incontro ai loro gusti. Ma a parte un discorso di disponibilità economica, perché si associa il lusso alle preferenze di questo popolo? E se tutto ciò è un dato di fatto, in che modo le aziende italiane possono assecondare questo amore? Abbiamo raggiunto telefonicamente Nonna Gazaeva, una manager della comunicazione che ha lavorato per la società Mercury nel fashion e luxury business e che ora ricopre lo stesso incarico nella società Itera, colosso nel settore gas e petrolio.
È giusto secondo lei parlare di un amore diffuso per il lusso da parte dei russi o si generalizza un po’ troppo?
No, è corretto. Un amore che è nel sangue e che appartiene a una tradizione antica. Se si leggono le cronache del periodo degli zar fino a Nicola II ci si accorge che il gusto comune è sempre andato verso quella direzione. Si ha la stessa sensazione quando si visita l’Armeria del Cremlino, dove è possibile ammirare una serie di tesori e oggetti non sempre antichi ma tutti accomunati dallo stesso stile sfarzoso.
Esiste un oggetto emblema di questo gusto?
L’uovo di Fabergé, in tutte le sue varianti. Venne creato apposta da Carl Fabergé per la zarina Alessandra, moglie di Nicola II e oggi è uno degli oggetti più famosi nel mondo. Dopo 70 anni dalla rivoluzione il lusso non è scomparso, è l’eredità più autentica che conserviamo della corte degli zar.
Quali sono i prodotti e i servizi più apprezzati dai russi con possibilità economiche?
I servizi più ricercati sono quelli su misura e la stessa cosa viene chiesta ai prodotti: borse, scarpe e abbigliamento personalizzati, con magari le iniziali in oro o con diamanti. I beni del lusso sono gli stessi che nel resto nel mondo ma devono avere un tocco personale. Macchine in edizioni speciali, orologi, pietre preziose, accessori fatti in pelli preziose.
Si parla spesso di “nuovi russi”. Ma chi sono oggi?
Sono semplicemente persone che hanno raggiunto un livello sociale elevato. Molti di loro sono uomini d’affari di successo, alcuni sono in politica, altri interessati all’arte moderna e contemporanea, che apprezzano e acquistano. Penso sia piuttosto un trend, una definizione un po’ frettolosa che la stampa adotta per classificare un’ampia fetta di popolazione.
Quale settore del lusso dovrebbe essere sviluppato dalle aziende italiane per colpire i russi?
Più che prodotti, servizi personalizzati di alto livello, dato che c’è sempre meno voglia di perdere tempo nelle richieste e si cercano società in grado di occuparsi in toto delle singole esigenze.