Accordo raggiunto tra Ryanair ed Enac per documenti di identità, ma la sfida continua

di Emanuele Menietti

8 Gennaio 2010 14:00

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Dopo un acceso confronto durato alcune settimane, Ryanair ed Enac hanno raggiunto un punto di mediazione sull'accettazione dei documenti di identità. I toni del confronto rimangono comunque accesi

Dopo un confronto molto teso durato alcune settimane con l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac) e le reiterate minacce di abbandonare alcune rotte italiane, la compagnia aerea Ryanair è da poco tornata sui propri passi annunciando di aver infine raggiunto un accordo sui documenti di identità ritenuti validi per consentire ai passeggeri di imbarcarsi sui propri voli. La società si era rifiutata di applicare parte delle vigenti normative, che consentono ai cittadini italiani di presentare ai controlli in aeroporto documenti diversi dalla carta d’identità e dal passaporto per procedere all’imbarco. Una condizione che, secondo Ryanair, potrebbe portare a pericolose falle nei sistemi di sicurezza e di controllo.

L’accordo raggiunto è frutto di una mediazione e come tale non lascia sostanzialmente sul campo né vincitori né vinti. Oltre ai passaporti e alle carte di identità, Ryanair accetterà i documenti di identità modello AT/BT rilasciati dalla Pubblica Amministrazione come ad esempio le tessere ministeriali. La conferma è giunta direttamente dall’Enac, che in un comunicato stampa ha reso pubblici i risultati raggiunti nel corso di un recente incontro tra i vertici dell’Ente e alcuni dei principali rappresentati della celebre compagnia aerea irlandese.

L’eccezione sui documenti AT/BT sarà l’unica adottata da Ryanair, che al momento ha ribadito l’impossibilità di accettare altri documenti come i discussi tesserini per le licenze di pesca. La società ha comunque confermato l’intenzione di approfondire con gli esperti dell’Enac la delicata tematica, un processo che potrebbe portare al riconoscimento di altri titoli di identità come la patente di guida.

Il patto raggiunto tra i due soggetti pone fine a una querelle che si trascinava ormai da tempo e scongiura la ventilata sospensione dei voli operati in Italia da Ryanair. La compagnia aerea aveva, infatti, minacciato la possibilità di interrompere alcune tratte a partire dal prossimo 23 gennaio in assenza di un accordo chiaro con l’Enac, che premeva per il riconoscimento di un maggior numero di documenti di identità utili per l’imbarco dei passeggeri.

«Siamo felici che l’accordo di oggi con l’Enac possa consentire ai voli nazionali di Ryanair in Italia di non essere interrotti a partire dal prossimo 23 gennaio. Crediamo che la nuova ordinanza dell’Enac, che richiede a tutti i passeggeri dei voli domestici italiani di presentare o un passaporto o una carta di identità nazionale EU/EEA all’aeroporto, possa aumentare la sicurezza dei voli in Italia» ha dichiarato Adrian Dunne, responsabile delle operazioni a terra di Ryanair.

Nonostante l’accordo da poco raggiunto, i rapporti tra l’Enac e la compagnia aerea, spesso spregiudicata sul fronte della comunicazione, rimangono tesi. Nel corso di una recente intervista, l’amministratore delegato di Ryanair, Michael O’Leary, ha bollato come delle semplici «stupidaggini le dichiarazioni del presidente Enac quando ci ha accusati di voler interrompere alcune rotte perché non profittevoli. Se non fossero profittevoli non lo faremmo».

La risposta alle accuse del numero uno della compagnia aerea da parte di Vito Riggio, presidente Enac, non si è naturalmente fatta attendere: «Michael O’Leary considera stupidaggini tutte le opinioni diverse dalla sua, sintomo classico di chi è insicuro o arrogante. Nonostante il suo stile pagliaccesco, riesce anche a dire cose serie, per esempio che l’accordo con Enac è buono. Infatti consentirà a oltre 5 milioni di passeggeri di fare il check in online con il tesserino rilasciato dalle autorità statali, come dice la Legge italiana. È un buon risultato nell’interesse dei consumatori, che è l’unica cosa a cui tengo». Il serrato confronto tra i due soggetti sembra essere destinato a continuare e intanto, grazie alle proprie provocazioni, O’Leary si gode l’ennesimo momento di grande esposizione mediatica gratuita per la sua società.