Sembra destinato a durare più del previsto il periodo nero per Toyota. Dopo aver messo in campo una massiccia campagna di richiamo per alcuni milioni di veicoli, affetti da un problema all’acceleratore potenzialmente pericoloso per la sicurezza, la celebre casa giapponese ha confermato l’esistenza di un malfunzionamento anche nella nuova edizione 2010 dell’autovettura ibrida Prius. L’icona della qualità tecnologica raggiunta da Toyota è afflitta da un problema al sistema frenante causato dallo scorretto funzionamento del software del computer di bordo.
Nonostante la società giapponese abbia ammesso l’esistenza del problema, al momento non è stata prevista una campagna di richiamo per il nuovo modello, giunto sul mercato durante lo scorso autunno. I tecnici di Toyota hanno richiesto qualche giorno per analizzare le segnalazioni fino a ora ricevute e comprendere come risolvere al meglio il problema, forse evitando una campagna di richiamo vera e propria che potrebbe costare risorse e un nuovo grave danno per il brand, già messo a dura prova nel corso delle ultime settimane.
Il malfunzionamento nella nuova Prius è legato a una scorretta gestione del sistema ABS che porta a un ritardo nella risposta dei freni. Il ritardo è inferiore al secondo, ma è sufficiente per aumentare sensibilmente lo spazio di frenata ad alta velocità con evidenti rischi per la sicurezza di automobilisti e pedoni.
Stando alle ultime informazioni, in Giappone almeno 14 clienti avrebbero segnalato lo scorretto funzionamento del sistema frenante, mentre negli Stati Uniti i casi segnalati superano ormai il centinaio. Le autorità giapponesi hanno invitato Toyota a procedere quanto prima all’adozione di misure tese ad arginare il problema, mentre la statunitense National Highway Traffic Safety Administration ha annunciato l’avvio di una serie di test per verificare il problema e i margini di sicurezza dell’autovettura.
I responsabili della casa giapponese hanno da poco fornito una serie di proiezioni sul costo dei richiami messi in campo su scala globale. L’operazione costerà alla società almeno 2 miliardi di dollari e porterà a una riduzione dei guadagni stimata tra i 770 e gli 880 milioni di dollari entro la fine dell’anno fiscale in corso, fissata per il prossimo 31 marzo. La sospensione della produzione e delle vendite dei modelli affetti dai malfunzionamenti comporterà, inoltre, una riduzione delle vendite pari a circa 100mila unità. Le stime non prendono ancora in considerazione i problemi emersi su modello Prius e potrebbero essere dunque riviste nei prossimi giorni.
Nonostante il quadro a tinte fosche da poco dipinto dagli analisti della società, Toyota prevede di raggiungere nell’anno fiscale che si sta per concludere profitti per oltre 881 milioni di dollari, una cifra molto distante dalle precedenti previsioni che contemplavano perdite per oltre 2,2 miliardi di dollari. La timida ripresa dell’economia ha giovato alla società, ma ora numerosi osservatori temono una forte contrazione dei ricavi a causa delle ultime difficili settimane e della conseguente pubblicità negativa subita.
Nel mese di gennaio, le vendite negli Stati Uniti di veicoli Toyota sono diminuite del 16%, a fronte di una sensibile crescita delle consegne degli altri principali protagonisti del comparto. Gli States sono un mercato fondamentale per la società giapponese e proprio negli USA hanno avuto luogo alcune delle campagne di richiamo maggiormente consistenti. Le prossime scelte sul fronte della sicurezza e dell’assistenza ai clienti da parte di Toyota saranno fondamentali per recuperare lo smalto perduto e riprendere la competizione sul mercato.