Il 30 giugno scatterà l’obbligo della digitalizzazione del processo civile, tuttavia l’ANM (Associazione Nazionale Magistrati) non sembra voler abbandonare faldoni e fascicoli, chiedendo di mantenere l’uso dei documenti cartacei accanto a quelli digitali. Non si trattera di un tentativo di posticipare il debutto del processo digitale ma solo di rendere più soft la transizione.
L’Associazione ritiene infatti che sussistano ancora difficoltà da parte dei magistrati nella lettura degli atti su schermo video. Come dire che, almeno per il momento, i vecchi atti cartacei sono ancora fondamentali per studiare adeguatamente un caso.
Inoltre, l’ANM ravviserebbe una mancanza di adeguati apparati hardware idonei negli uffici e la mancanza di un numero sufficiente di personale adibito alla digitalizzazione degli atti. Mancherebbe anche un’adeguata preparazione tecnica informatica da parte di chi dovrebbe digitalizzare gli atti dei processi.
L’Associazione Nazionale Magistrati ha lanciato dunque la proposta, largamente condivisa, di elaborazione di un protocollo unitario e la promozione di un forum fra i rappresentanti del tavolo permanente per rendere più progressiva l’entrata in vigore del processo telematico, che nasce con il fine di semplificare la gestione dei processi e intraprendere la dematerializzazione della Giustizia in ottica di spending review.