La Banca Mondiale ha reso noto che negli ultimi 18 mesi i propri interventi di supporto finanziario hanno collezionato importi per un valore complessivo pari a 100 miliardi di dollari. Un volume mai riscontrato nelle precedenti attività dell’istituzione finanziaria, e che dimostra quanto sia stato ingente l’impegno della Banca nell’aiutare i mercati finanziari internazionali a uscire dalla crisi che ha coinvolto gran parte del Pianeta nell’ultimo biennio.
L’attività della Banca Mondiale ha infatti ravvisato un significativo incremento nel soddisfare le richieste di prestito fin dal mese di luglio del 2008: basti pensare, a tal proposito, che circa il 60% dell’impegno dell’istituzione ha avuto come sbocco il finanziamento a supporto dei Paesi sviluppati o in avanzato sviluppo, che hanno così potuto far fronte in maniera più opportuna agli effetti negativi della crisi internazionale.
Oltre a tale intervento, sono cresciuti anche gli impieghi a favore dei Paesi più poveri del mondo, che durante il periodo considerato hanno potuto beneficiare di circa 21,2 miliardi di dollari, contro i 12 miliardi di dollari erogati, a regime, prima dell’avvento dell’attuale crisi economico finanziaria.
Un’altra particolarità statistica che emerge dalle ultime dichiarazioni della Banca Mondiale è poi riferibile al portafoglio dei Paesi divenuti beneficiari degli interventi dell’istituzione, che ora comprende anche nazioni che mai, prima dell’ultimo biennio, avevano domandato significativi aiuti alla Banca o al FMI.
Da luglio 2008 ad oggi, rende ancora noto l’istituzione, la Banca Mondiale è stata in grado di supportare 497 progetti di promozione di sviluppo economico, lotta alla libertà o sviluppo dei settori industriali privati, di cui costituiscono parte rilevante i 28 miliardi di dollari erogati a favore del finanziamento dei lavori infrastrutturali.
Per quanto riguarda il futuro, diverse sono le strade che l’istituzione potrebbe intraprendere, ma una sembra essere la via obbligata, ammesso che la Banca Mondiale voglia continuare a erogare i propri supporti con una simile incidenza. Diverse economie emergenti hanno infatti dichiarato di voler incrementare il proprio contributo ai fondi della Banca Mondiale, in cambio di una partecipazione maggiore e, pertanto, di un peso specifico superiore ai piani alti dell’ente. Quanto sopra potrebbe presto contribuire a cambiare il panorama geo-politico, per un’evoluzione che sembra piuttosto agevolata dalla mancanza di valide alternative.