Google e comparatori: ecco gli input dell’e-commerce forum

di Andrea Boscaro

15 Giugno 2010 08:00

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Alle luci accese sull'e-commerce fanno da contraltare ombre sugli acquisti dei privati

Oltre duemila aziende già attive nel commercio elettronico o interessate ad approfondirne la conoscenza si sono date appuntamento lo scorso 18 maggio al Palazzo della Borsa di Milano per il consueto appuntamento dell’E-commerce Forum, organizzato dal Consorzio Netcomm.

Ai dati relativi alla ripresa del settore, dopo l’impasse del 2009 dovuto alla congiuntura ed alla complessiva contrazione dei consumi (in valore assoluto, ma non in termini di acquisti effettuati online, costantemente in ascesa), preferiamo in questa sede privilegiare alcuni dati presentati – tra i tanti, sempre di più – molto significativi e non sempre sottolineati negli articoli apparsi sulla stampa, sui quotidiani e sui siti che hanno giustamente dedicato spazio alla manifestazione.

In primo luogo si avverte il lento – ma insesorabile – percorso di allineamento con i mercati più maturi dal punto di vista del rapporto fra l’e-commerce di servizi (turismo e assicurazioni in primis) ed e-commerce di prodotti dove quest’ultimo soffre la ancor limitata ampiezza dell’offerta oltre all’annoso problema della logistica che, pur migliorata nel corso degli ultimi anni, presenta ancora carenze – da un lato sulla supply chain e dall’altro sulle consegne all’utente finale quanto a costi, incertezza e tempi.

Tutto questo oltre a fattori strutturali – dalla parcellizzazione della distribuzione alla limitata certezza delle consegne nelle portinerie – inerenti alle specificità del nostro Paese. Nonostante questo, l’e-commerce di prodotto, pur rappresentando solo 1/3 del totale, secondo il Politecnico di Milano ha un tasso di crescita nel 2010 (21% vs. 2009) superiore all’e-commerce di servizi e ci fa presagire un futuro di maggior normalità oltre a suggerire oggi di percorrere strategie di multicanalità e di sinergia con il punto di vendita fisico.

Il secondo dato costituisce invece un’ombra per il mercato: solo il 12% degli italiani compra online (contro il 56% dei tedeschi, il 45% dei francesi, il 66% degli inglesi e il 23% degli spagnoli) e, fra questi, solo il 18% lo fa ad uso privato mentre l’82% è appannaggio di imprese e istituzioni. I due fattori che incidono su questo fronte sono da un lato il prezzo e dall’altro la sicurezza, in tutte le sue sfaccettature (customer care, trasparenza delle condizioni di vendita, esercizio del diritto di recesso,…). Il primo aspetto infatti – e certamente qui si risente della congiuntura – incrementa la ripetizione d’acquisto per chi già ha acquistato sulla Rete, il secondo invece emerge come il driver che porterà i circa 3,6 milioni di italiani che si sono dichiarati pronti ad effettuare il loro primo acquisto (Ricerca Gfk Eurisko) – a compiere il fatidico primo passo.

Terzo e ultimo dato da commentare a beneficio del manager che si occupa delle vendite online per la propria impresa è l’evidenza emersa circa gli strumenti di web-marketing da utilizzare per incidere sulle scelte di acquisto degli utenti. Dalla ricerca Contactlab commissionata dal Consorzio Netcomm risulta chiaro come contino sempre di più le opinioni pubblicate dagli utenti sul sito dell’esercente e l’essere presenti su motori di ricerca e comparatori di prezzo, condizione imprescindibile questa quindi non solo per “essere trovati”, ma anche per “essere scelti”: la trasparenza delle informazioni ed il contesto concorrenziale che questi siti incentivano infatti influisce sul grado di sicurezza e di fiducia che essi stessi conferiscono ai negozi online che sulle loro piattaforme vengono integrati.

Tanti input quindi all’E-commerce Forum, tutti utili per mettere in pratica al meglio le proprie competenze in un canale, quello digitale, sempre più importante sia da solo sia in combinazione con il punto vendita.