La Grecia dimezza il deficit di cassa

di Barbara Weisz

5 Luglio 2010 14:30

logo PMI+ logo PMI+
Nella prima metà dell'anno deficit sceso del 41,8%. Il ministro delle Finanze: rispetteremo l'obiettivo dell'8,1% del pil a fine anno

Forse per la prima volta da quando la crisi greca è esplosa in tutta la sua portata, da Atene arrivano notizie positive sul fronte macroeconomico. Nella prima metà di quest’anno il deficit di cassa del paese si è praticamente dimezzato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E il ministro della finanze George Papaconstantinou ha dichiarato che il paese è fiduciso di poter rispettare l’obiettivo del 2010, che prevede un taglio del deficit all’8,1% del pil.

La riduzione del deficit di cassa è una notizia positiva anche perchè significa una minor necessità di ricorrere all’indebitamento. Secondo i dati forniti oggi dalla Banca centrale greca, il deficit di cassa statale è sceso a 11,45 miliardi di euro, con una riduzione del 41,8% dai 19,69 dell’analogo periodo dell’anno scorso. E il deficit primario, che esclude il costo per il finanziamento del debito, si è ridotto a 5,47 miliardi dai 12,42 del gennaio-giugno 2009.

Tutto questo ha spinto all’ottimismo il ministro, il quale ritiene «di poter raggiungere e forse sorpassare» l’obiettivo dell’8,1% del pil a fine anno.

Papaconstantinou ha anche aggiunto che ci sono segnali incoraggianti anche sul fronte del Pil, per cui la previsione del 4% a fine 2010 sarebbe troppo pessimistica. E le entrate nella prima parte dell’anno risultano in aumento del 7,1%. Se certo non può essere il risultato delle manovre di austerity varate nei mesi scorsi, i cui effetti prevedibilmente devono ancora dispiegarsi, si tratta di una notizia confortante sulla tenuta del bilancio di Atene, che era stato la preoccupazione numero uno dei partners europei quando è scoppiata la crisi del debito.

E si può anche immaginare, ma il condizionale è d’obbligo, che i dati siano ulteriormente destinati a migliorare sia grazie alla manovra anti-crisi sia grazie all’intervento europeo, con il maxifinanziamento da 110 miliardi di euro a un tasso decisamente più conveniente rispetto a quello di mercato. La Grecia ha chiuso il 2009 con un deficit al 13% del pil e un debito superiore al 120%.

La boccata d’ossigeno arrivata da Atene sembra confortare la positività dichiarata dal banchiere centrale europeo, Jean Claude Trichet, che ieri parlando ai “Rencontres economiques” di Aix en Provence, in Francia, ha escluso ogni rischio di una nuova recessione, rispondendo anche alle preoccupazioni emerse in questo senso sui mercati nelle ultime settimane.

Certo, tutti i paesi, a partire da quelli industrializzati, devono rafforzare la fiducia di famiglie, imprese, investitori e rispamiatori, capacità dalla quale dipendono in buona parte l’entità e la tenuta della ripresa. Quanto all’Europa, il presidente della Bce ha ribadito la necessità di «un rafforzamento del patto di stabilità», anche insistendo sulle sanzioni per chi non rispetta i parametri. In sostanza, bisogna da una parte «sorvegliare con cura le politiche di bilancio», dall’altra non sottovalutare «gli indicatori di competitività».

Intanto oggi la società di ricerca Sentix ha pubblicato l’indice di fiducia degli investitori della zona euro, che in luglio sale inaspettatamente di 2,8 punti, a -1,3 dal -4,1 di giugno. Un sondaggio Reuters fra gli economisti prevedeva una discesa a -5.