È il più grande sistema di transito bagagli mai realizzato in Italia, e vanta un livello tecnologico all’avanguardia in Europa. Entrerà in funzione il prossimo 15 luglio il nuovo impianto di smistamento delle valigie dello scalo di Fiumicino, che è stato già battezzato “Net 6000”, dal nome della location (nuovo ufficio transiti) e dal numero di bagagli che può gestire in un’ora, 6mila appunto.
I lavori, sottolineano da Adr, Aeroporti di Roma, la società che gestisce lo scalo, hanno consentito l’entrata in esercizio della struttura «in tempi di record», visto che «sono iniziati a marzo di quest’anno e terminati dopo solo quattro mesi». Si tratta del primo passo del più generale piano di ampliamento dell’aeroporto romano, che prevede la realizzazione di nuove strutture per circa un milione di metri quadrati, dotati delle più moderne infrastrutture, per affrontare una crescita dei passeggeri (34 milioni nel 2009) che si prevede arriveranno a 55 milioni nel 2020 e a 90-100 milioni nel 2044.
Il nuovo impianto per i bagagli entra in funzione non a caso in estate, quando l’aeroporto sopporta un picco di traffico per le vacanze estive. Il Leonardo da Vinci è lo scalo con il numero di passeggeri più alto d’Italia, ed è al sesto posto in Europa. Il nuovo sistema dei bagagli riguarda i passeggeri in transito, quelli cioè che arrivano a Roma provenienti da un’altra destinazione e devono cambiare aereo. Fino ad oggi, lo smistamento di questi bagagli veniva fatto a mano dagli handler, mentre ora sarà tutto automatizzato.
Le caratteristiche tecniche: l’impianto si sviluppa su due livelli, su un’area di oltre 7mila metri quadrati, in posizione baricentrica fra i voli nazionali e gli internazionali. I bagagli vengono trasportati dagli aerei al centro di smistamento, con i carrelli appositi, e inseriti attraverso cinque punti sui nastri trasportatori, che li portano al cuore dell’impianto. Il “cervello” della struttura è il sistema Elsag Datamat MBHS (multisorting Baggage handling system): una serie di carrelli con nastro motorizzato che smista i bagagli e li controlla con i sistemi radiogeni previsti dalla normativa Iata.
Ne gestisce, come detto, seimila ogni ora. È costato 20 milioni di euro. Adr sottolinea che il nuovo sistema «diminuirà la possibilità che le valigie trattate siano smarrite o subiscano disguidi, consentendo un ricongiungimento bagaglio-passeggero prossimo al 100%».
Proseguono intanto i lavori del “Molo C” e dell’avanporto, le due nuove strutture di ampliamento del Terminal 3, che prevedono 24 nuove sale d’imbarco, divise in due aree, E ed F, per le tratte nazionali e i collegamenti con i paesi Schengen, che ospiteranno oltre cinque milioni di passeggeri ogni anno. I lavori sono iniziati nel 2008 e l’entrata in funzione è prevista per il 2012.
Il Masterplan al 2044 prevede la realizzazione di nuovi terminal, di due ulteriori piste di decollo e atterraggio (che quindi diventeranno cinque), 140 nuove piazzole per gli aeromobili, di cui il 70% dotate di loading bridge, le “probiscidi” che consentono di accedere al velivolo senza attraversare la pista, per un totale di 315 piazzole di cui 171 con loading bridge. La superficie complessiva della struttura sarà circa doppia rispetto all’attuale, 2700 ettari da 1400, saranno realizzate tutte le infrastrutture ricettive necessarie e lo sviluppo sarà effettuato con la massima attenzione all’impatto ambientale.