Le banche italiane tengono, l’utile quest’anno tornerà a crescere leggermente, ma nel complesso i livelli pre crisi restano lontani, le sofferenze nel 2010 continuano a manifestare una decisa tendenza al rialzo e si stabilizzeranno solo nel 2012.
È il quadro che emerge dal rapporto Afo per il prossimo biennio, presentato oggi dall’Abi, alla vigilia della pubblicazione da parte del Cebs, il comitato europeo dei supervisori bancari, degli stress test su 91 istituti del Vecchio Continente. L’appuntamento è molto atteso, i mercati sono improntati all’ottimismo, ma ci sono voci, come per esempio quella del Fondo Monetario Internazionale, che esprimono perplessità sull’effettivita severità dei test.
Partiamo dal rapporto Abi. Il quadro economico generale è caratterizzato da una «graduale ripresa economica» che però «potrebbe risentire delle incertezze sui mercati internazionali», relative alla sostenibilità del debito di alcuni paesi. Per l’area euro si prevede una crescita del pil all’1,2% per quest’anno, dopo il -4,1% del 2009, e intorno all’1,3% per il biennio successivo.
Prosegue il recupero della produzione industriale mentre «gli effetti negativi della recessione si fanno sentire sul mercato del lavoro», con un tasso di disuccupazione al 10% in Eurolandia e all’8,7% in Italia. Quanto ai conti pubblici, anche grazie agli effetti della manovra il rapporto deficit pil «dovrebbe portarsi alla fine del 2012 intorno al 3%», sotto la soglia di Maastricht.
Il settore bancario «continua a mostrare una sostanziale tenuta, pur scontando gli effetti della crisi». L’utile netto quest’anno tornerà a crescere ma di un modesto 1,5% che «non permetterà di recuperare le perdite subite nel 2009 (-29%)». Nel 2011-2012 «potrebbe ritornare a livelli vicini a quelli del 2008, pur rimanendo su valori sensibilmente inferiori a quelli pre-crisi». La redditività migliorerà dal 2011, con un Roe al 3,6% e poi al 4,5% nel 2012, ma anche qui i valori sono inferiori, circa la metà, rispetto a prima della recessione. Risentono ancora della crisi le sofferenze, quest’anno in progresso del 40%, per poi scendere al 12% l’anno prossimo e rimanere stabili nel 2012.
Sul fronte del rafforzamento patrimoniale, «a fine 2009 il Tier1 era pari al 9%, 1,4 punti in più del 2008» e nell’ultimo trimestre il miglioramento dell’indicatore «è stato superiore a quello medio registrato dai principali gruppi» europei. Il credito alle imprese è cresciuto più che nella media di Eurolandia, e nel 2010 segnerà un +2,5% dopo la flessione del 2,3% dell’anno scorso, per poi avvicinarsi al 6% a fine 2012. Il credito alle famiglie è in salita del 6,2% quest’anno (+6,9% solo i mutui).
Questa la situazione italiana, descritta alla vigilia della pubblicazione degli stress test su 91 istituti europei. Ieri c’e stato un mega vertice fra il presidente della Bce, Jean Claude Trichet, e una quarantina di banchieri, a cui hanno partecipato anche il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, in veste di presidente del Financial Stability Board, e gli ad di Unicredit, Alessandro Profumo, e Intesa, Corrado Passera. Al termine, nessuna dichiarazione.
In generale, sembra esserci anche sui mercati un certo ottimismo sull’esito del test, mentre i dubbi dell’ultim’ora riguardano in particolare il timing della pubblicazione. È prevista per le 18 di domani, quando i mercati europei sono già chiusi ma sono invece aperti quelli americani. Proprio in virtù di questa considerazione, è possibile che l’appuntamento venga anticipato alla mattina, prima dell’avvio delle borse in Europa.