Un lavoratore su dieci ogni giorno sperimenta e sopporta gli attacchi e le angherie di un collaboratore.
Secondo un’indagine della Aberdeen University, in Gran Bretagna, pubblicata sul British Medical Journal, litigi, incomprensioni e scortesie tra colleghi sono all’ordine del giorno e mettono a repentaglio la qualità del lavoro. Non è solo questione di galateo. Una parola di troppo, soprattutto se offensiva, può arrecare gravi danni al lavoro che si sta svolgendo. Ne è un esempio reale il caso dei due piloti civili che occupati in un litigio hanno mancato l’atterraggio di 100 chilometri
Peggio ancora può andare se la lite scoppia in sala operatoria. Gli interventi chirurgici, spiega Rhona Flin, psicologa della Aberdeen University «dipendono da livelli particolarmente elevati di concentrazione e dalla precisione nell’esecuzione dei compiti» e le tensioni tra medici e infermieri possono tradursi in rischi per malcapitati pazienti.
All’indagine non sfuggono i protagonisti del mondo della scuola. Studi condotti sugli studenti, ad esempio, hanno rilevato che in presenza di atteggiamenti ostili da parte dei professori le capacità di apprendimento risultano alterate. Sicuramente l’eccitazione emotiva provocata dalla maleducazione è più pericolosa quando si verifica sui luoghi di lavoro in cui è richiesta attenzione, conclude l’esperta, i rischi possono essere molto più alti che una semplice bocciatura all’esame.