Mobilità solo su base volontaria e percorsi di formazione per il reinserimento in azienda: sono questi i principali strumenti alla base dell’accordo raggiunto fra azienda, sindacati e governo per risolvere la questione degli esuberi di Telecom Italia.
Nel prossimo triennio saranno 3mila900 i dipendenti messi in mobilità volontaria, mentre per altri 2mila200 verranno attivati programmi di riqualificazione professionale. Questi i termini generali dell’intesa, raggiunta al termine di un negoziato che era ripreso alla metà dello scorso mese di luglio e che fra ieri e oggi ha conosciuto la stretta finale con una non stop di colloqui durata quasi 24 ore.
L’ufficializzazione a mezzogiorno di oggi, nella sede del ministero dello Sviluppo Economico. Vediamo innanzitutto i termini precisi dell’accordo. Come detto, sono 3mila 900 i dipendenti che vanno in mobilità volontaria, di cui 3mila700 nuovi mentre 200 derivano dal precedente accordo del 2008. L’azienda si è impegnata a non presentare più alcuna richiesta di esuberi nel triennio che si conclude al dicembre del 2012. Quanto ai programmi di riqualificazione, riguardano 1300 lavoratori che non avevano coperture previdenziali e altri 450 dipendenti della controllata di information technology Ssc, Share service center, ai quali verrà applicato un contratto di solidarietà e formazione per il ricollocamento.
A questi si aggiungono altri 470 impiegati del servizio di informazioni telefoniche 1254, per i quali è stato deciso un prolungamento del contratto di solidarietà firmato nel 2009, con il relativo programma di formazione. Infine, l’azienda ha assicurato la copertura per i mesi eventualmente mancanti per i 3mila400 lavoratori che sono già in mobilità, ma non possono accedere alla pensione come previsto dalle precedenti intese a causa della manovra correttiva del Governo che riduce le finestre di accesso.
Tutte le parti esprimono piena soddisfazione. Il responsabile delle risorse umane dell’azienda Antonio Migliardi ha definito l’accordo «pieno di valori positivi». Per la Slc-Cgil si tratta di un «buon risultato per i lavoratori di Telecom» che dimostra che «si possono gestire situazioni difficili con equilibrio e senza ricorrere a licenziamenti». La Cisl parla di «importante accordo che salva il lavoro e lo sviluppo» e di «una grande conquista del sindacato e in particolare della Cisl che ha fortemente sostenuto la proposta dei contratti di solidarietà», per la Uilcom l’intesa «segna una forte azione di discontinuità rispetto al passato».
Il viceministro allo Sviluppo Economico, con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani parla di «segnale di maturità da parte di tutte le parti» mentre il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ritiene che sia «certamente una buona notizia perché fino a poche settimane fa il quadro era ben diverso con i licenziamenti unilaterali». Prima della riapertura del tavolo, l’azienda aveva inviato 3mila700 lettere di mobilità e annunciato esuberi per circa 6mila800 unità in due anni.