La ripresa economica della Cina sarà molto importante, quanto se non più decisiva di quella degli USA. Il motivo principale consta certamente nel fatto che questo Paese ha fatto finora da volano della crescita e, successivamente, della ripresa economica mondiale.
Già da febbraio i timori degli investitori si sono concentrati su alcuni dei problemi che la sua economia sta incontrando: l’enorme dipendenza dall’esportazione estera e la debolezza dell’economia interna, un’inflazione crescente (ma ritenuta sotto controllo), e la bolla speculativa degli immobili nelle metropoli costiere.
Da qui, appunto, il tentativo del Governo Cinese di raffreddare l’economia, in particolar modo i prezzi degli immobili e la costruzione degli stessi. Che la bolla speculativa preoccupi il governo cinese ne è una prova la decisione di rifare gli stress test sulle banche, prevedendo questa volta non più una caduta dei prezzi del 30% ma del 50-60%.
Senza volersi dilungare troppo e fatta questa premessa, eventuali posizioni di beneficio a favore di questa economia potranno certamente e con maggor sicurezza esser prese una volta che il Governo riuscirà pienamente nel suo intento. Molte società di investimento auspicano che tale obiettivo sarà raggiunto entro fine anno, prevedendo per la Cina una nuova fase di crescita, ritenendo che il periodo peggiore sia già stato, per fortuna, superato.
Intanto i prezzi al consumo a luglio sono aumentati del 3,3% rispetto all’anno precedente, ha riferito l’ufficio nazionale di statistica. È stato il più alto livello di quest’anno e ben al di sopra dell’obiettivo ufficiale ed annuale del governo del 3%. L’aumento è stato guidato da un salto di 6,8 per cento dei costi del cibo, in virtù delle inondazioni che hanno perturbato le forniture alimentari.
Se la Cina riuscirà nei suoi obiettivi, l’economia interna ne uscirà solo maggiormente rafforzata, permettendo anche ad altre economie (tra queste il Brasile) di beneficiarne. L’India, invece, presenta un’economia a pieno vapore, ma a livello macro, al contempo, deve affrontare un’inflazione salita a livelli preoccupanti. Inoltre, gli ultimi dati disponibili sulla bilancia commerciale sono negativi, il che indicando un rallentamento della crescita.
Per sostenerla, la Reserve Bank of India potrebbe tagliare il tasso di riacquisto. Per tali motivi l’India rappresenta un ottimo investimento nel breve periodo, ma sempre meno attraente per investimenti di medio-lungo termine.
In conclusione, se l’economia USA trovasse nuovo slancio e fiducia (per la cronaca, il Senato potrebbe valutare nuove misure a sostegno della ripresa) e la Cina riprendesse il suo cammino, l’economia mondiale e ancor più quella dei Paesi Emergenti, come il Brasile, riprenderebbe con decisione la sua strada verso la crescita.
Intanto gli investitori mondiali stanno già cercando nuove strade per i loro investimenti. Andare oggi oltre il BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), in una situazione in cui la Cina non tira ancora a pieno vapore, l’India minaccia di rallentare la sua crescita e il Brasile e Russia vivono di luci e ombre, sembra un imperativo nell’ottica di diversificazione del proprio portafoglio.