Generalmente le persone, durante un’interazione, si muovono, parlano, respirano come l’altro, tendendo ad acquisire, a livello inconscio, un certo grado di empatia. Questo è un processo naturale che aiuta le persone a entrare in armonia.
Possiamo renderci conto di questo processo semplicemente guardando un gruppo di amici a cena, oppure due persone che chiacchierano intimamente; queste avranno lo stesso tono di voce, faranno le stesse espressioni e gesticoleranno in maniera molto simile. Il tutto avviene sempre a livello inconscio. Si tratta di mirroring.
Questa tecnica viene utilizzata dalla Programmazione Neuro Linguistica (PNL). La PNL nasce dagli studi di due linguisti statunitensi, Richard Bandler e John Grinder, per comprendere come la comunicazione verbale e non verbale influisca sulle dinamiche del cervello, al fine di individuare ed estrapolare le strategie inconsce e metterle a disposizione di chiunque ne abbia bisogno.
PNL ci porterebbe ad avere maggior consapevolezza del nostro modo di comunicare, aiutandoci a migliorare, e soprattutto ci darebbe l’opportunità di avere maggior controllo su alcuni processi che vengono erroneamente considerati automatici.
Insomma, comunicare è un’arte è vero, e farlo efficacemente e in maniera convincente si può imparare. Il mirroring comprende la comunicazione verbale e non verbale. Per entrare in sintonia con il nostro interlocutore è necessario metterlo a proprio agio, per ottenere la sua fiducia dobbiamo essere sulla stessa lunghezza d’onda, il che significa utilizzare le stesse modalità comunicative.
Parliamo di registro verbale, tono di voce, pause, postura, gestualità, sguardo, respirazione. Ovviamente lo scopo non è quello di copiare il nostro interlocutore, creando una situazione ridicola, bensì di permettergli di fidarsi cogliendo una certa familiarità nel nostro modo di porci.
Il rapport, ovvero termine con il quale si indica quella situazione di contatto che si crea tra coloro che comunicano, si ottiene utilizzando tecniche sottili di mirroring che dovrebbero essere talmente velate da non essere percepite a livello conscio, come ad esempio muovere discretamente una mano dopo che l’interlocutore ha spostato la gamba.