Un film che parla di soldi, e che anzi si intitola “Il denaro non dorme mai” non può non suscitare alte aspettative sul fronte degli incassi. Soprattutto se si tratta del sequel di un cult come “Wall Street”, porta la firma di Oliver Stone e vede Michael Douglas interpretare Gordon Gekko. E ai botteghini americani, dove questo weekend arriva nelle sale Money Never Sleep (in Italia il 22 ottobre), le attese sono in effetti di rispettabilissimo livello.
Nel 1987 Wall Street incassò intorno agli 87 milioni di dollari. Ma sono passati oltre 20 anni, e solo per girare il sequel di milioni di dollari ne sono stati spesi 53. Comunque, ci sono stime secondo le quali entro domanica sera il lavoro di Stone avrà già incassato 20 milioni di dollari.
Una cifra degna di Gekko, non c’è che dire. Come molti già sanno, la trama riprende con il finanziaere rampante che esce di prigione, e prosegue con un Gekko forse un po’ meno convinto della bellezza dell’avidità e molto più concentrato invece sul futuro della figlia, Carey Mullighan, che non è propriamente attaccata al padre.
Per riconquistarla Gekko di avvicina al genero, Shia LaBeouf. Non manca un cameo dell’altro protagonista della pellicola degli anni ’80, quel Charlie Sheen che alla fine smaschera il “maestro”. Ma non è questo l’unico cameo del film.
Stone ha fatto le cose per bene, per documentarsi, e per aggiornare anche gli attori sulla vita nel cuore finanziario di Manhattan, a Wall Street ci è andato veramente, portandoci tutta la troupe. Per girare si è avvalso dell’aiuto di un finanziere vero, Dave Molner. Al film hanno partecipato, anche recitando brevissime parti, lo short-seller James Chanos, Anthony Scaramucci, dell’hedge fund Skybridge Capital, Thomas Belesis, chief executive di John Thomas Financial, Vincent Farrell, chief investment officer di Soleil Securities. E c’è persino un cameo di Warren Buffett.
Gli attori e il regista hanno passato giornate nelle sale dove lavorano i trader, per vedere come si muovono, come parlano, come si vestono. E a questo proposito, vale la pena di sottolineare come anche il look dei protagonisti sia particolarmente curato. Perché, come scrive il Wall Street Journal, «quello che il serial tv Sex and the City ha rappresentato per il fashion femminile, Wall Street è stato per gli uomini». I colletti delle camicie di Gekko sono stati imitati per anni.
Probabilmente non è un caso se una delle prime scene del film, quella che vede Gekko uscire di galera, mette l’accento sugli oggetti che gli vengono restituiti, fra i quali c’è un telefono cellulare le cui dimensioni strappano il sorriso. Da quel momento in poi, abiti, orologi, oggetti soprattutto maschili sono scelti con grande cura. Perché, spiega la costume designer di entrambi i film Ellen Mirojnick, «un orologio da uomo è l’equivalente di una borsa Birkin» per una fanciulla.
Negozi di grido newyorkesi come Jack Robie o Mohan’s Custom Tailors propongono comunicati stampa in cui suggeriscono ai clienti come possono ispirarsi al look del film. Schiere di pubblicitari sono mobilitati per ricordare con esattezza quale personaggio indossa Cartier piuttosto che Jaeger-LeCoultre. Il cattivo, interpretato da Josh Brolin, sfoggia un Vacheron Constantin. Shia LaBoeuf propone sei diversi completi da uomo, ognuno dei quali costa intorno ai 6mila500 dollari. Beh, quanto a shopping, Carrie Bradshow sa fare molto, ma molto di meglio.